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Guardia di Finanza, 238° festeggiato a Terni. Scoperti 100 milioni di euro di evasione fiscale

GdF Terni

Con un omaggio al Monumento ai Caduti della Guardia di Finanza sito presso il cimitero di Terni, le Fiamme Gialle della provincia hanno ricordato il 238° anniversario della fondazione del Corpo.

Quest’anno infatti, i Finanzieri di Terni non hanno tenuto il consueto incontro con la cittadinanza e le Autorità a palazzo Gazzoli, ma si sono limitati a una breve e sobria cerimonia.

Alla deposizione della corona presso il cippo che ricorda tutti i caduti del Corpo, erano presenti gli Ufficiali e gli ispettori Comandanti di Reparto della Guardia di Finanza che operano in provincia e una ristretta rappresentanza di finanzieri in servizio.

Le Fiamme Gialle di Terni sono certe che il tono minore della celebrazione dell’anniversario sarà particolarmente apprezzato dalla comunità ternana, chiamata dallo Stato a ulteriori sacrifici, anche proprio nel settore economico finanziario, dove maggiormente opera la Guardia di Finanza.

I NUMERI – In occasione del 238° anniversario della fondazione del Corpo della Guardia di finanza, ricordato quest’anno a Terni in maniera molto sobria, è stato effettuato un resoconto della attività svolta in Provincia, dal giugno 2011 al maggio 2012.

Rimane alto il livello di evasione fiscale accertato dai finanzieri, seppur in una forma comune ai dati di tante province italiane: riscontrati oltre cento milioni di ricavi non dichiarati e imposta sul valore aggiunto evasa per circa venti milioni di euro.

Complessivamente svolti oltre 600 controlli che hanno riguardato i percettori di reddito di impresa, i liberi professionisti e i lavoratori dipendenti coinvolti in attività di doppio lavoro.

Le tipologie di evasione constatate sono le più varie: a titolo di esempio, sono stati rilevati ricavi non dichiarati anche da parte di professionisti quali tre notai per circa 400 mila euro che, secondo le Fiamme Gialle, avrebbero nascosto onorari facendoli passare per spese sostenute in nome e per conto di clienti.

Effettuati ed in corso anche attività di controllo nei confronti di medici, ingegneri, architetti e, da ultimo, anche artisti e personaggi dello spettacolo residenti in provincia.

Nel settore del reddito di impresa, sempre più frequente il caso di imprenditori che, pur presentando regolarmente la dichiarazione fiscale, non versano le relative imposte: accertati per esempio ritenute Irpef dichiarate ma non versate per circa 2 milioni di euro e imposta sul valore aggiunto non versata per oltre 3 milioni di euro.

Talora però tali fenomeni, che sembrano indicativi del momento economico difficile, si accompagnano a manifestazioni di reddito quali possesso di autovetture, immobili e simili, non compatibili con quanto dichiarato al Fisco.

Pur nel progresso della tecnologia e dei sistemi informatici che vengono utilizzati per sistemi evasivi (si pensi ad esempio alle classiche vendite on line senza emissione di documenti fiscali), si verifica ancora che i finanzieri, nel corso di controlli nei confronti di aziende, rinvengono i classici quaderni o manoscritti di contabilità nera, come, per esempio, accaduto, da ultimo, presso un negozio di vendita al dettaglio di mobili che annotava in maniera certosina incassi “” in Bianco” e “in nero””: quest’ultimi senza emissione di scontrini per importi complessivi, non dichiarati al Fisco, di 75 mila euro l’anno. In caso di consegna a domicilio, aveva anche cura di dettagliare l’indirizzo di destinazione, furgone e autista utilizzato per il trasporto ed orario in cui aveva effettuato contatti telefonici con il cliente.

Particolare attenzione alla costituzione illecita di capitali all’estero: è il caso di un imprenditore operante nel commercio all’ingrosso che nel giro di 5 anni si era creata una disponibilità presso un paese “”paradiso fiscale””, di circa 3 milioni di euro, in contanti e titoli, mentre in Italia la propria attività risultava costantemente in perdita.

In relazione ai movimenti con l’estero, accertate anche situazioni legate alle rimesse verso altri paesi tramite money transfer: è il caso di cittadini di origine straniera, che lavorano e risiedono in Italia, incassano compensi a nero per lavoro a Terni, e poi li mandano nel paese di origine senza dichiararne la avvenuta riscossione al Fisco Italiano. Da ultimo, in questa situazione, contestati circa 20 mila euro non dichiarati da una cittadina sudamericana e 30 mila euro da una persona di origine rumena.

In relazione ai casi accertati di evasione fiscale, avanzate anche oltre dieci proposte di sequestro per equivalente dei beni, in corrispondenza all’importo di imposte evase.

Rimane alto anche il livello di attenzione in materia di ricevute e scontrini fiscali: 480 i casi di mancata emissione di documento fiscale accertati. In alcuni casi, contestate anche violazioni derivanti dal fatto che il titolare dell’attività rilasciava si dei documenti, ma privi di qualsiasi valenza fiscale, traendo in inganno il cliente.

Particolare poi quello che è successo alla Guardia di Finanza di Terni, attivata dal giudice in una situazione di separazione per accertare i redditi dei coniugi: convocata la moglie in ufficio, i finanzieri si sono visti segnalare dalla signora una serie di introiti in nero incassati dal marito, libero professionista, consentendo così l’accertamento nei confronti di quest’ultimo di ricavi non dichiarati per oltre 50 mila euro; ma ancor più consistente il caso in cui, proprio a seguito di un accertamento delle Fiamme Gialle per permettere al Giudice di dirimere controversie patrimoniali, veniva acclarato che il marito gestiva un distributore stradale senza aver presentato, per un anno, la dichiarazione fiscale omettendo di pagare imposte su oltre 800 mila euro di incassi ed evadendo imposta sul valore aggiunto per 80 mila euro.