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Gualdo Cattaneo e Giano, primo ok alla fusione dal consiglio congiunto

Presto i Comuni di Gualdo Cattaneo e Giano dell’Umbria potrebbero fondersi insieme: il primo atto verso la fusione è arrivato ieri sera dal consiglio comunale congiunto che si è tenuto a Gualdo, alla presenza della governatrice dell’Umbria Catiuscia Marini. A votare a favore del protocollo d’intesa sono stati 17 consiglieri, mentre in 4 hanno espresso voto contrario. Nei giorni scorsi alcuni consiglieri di minoranza dei due Municipi, oltre a quelli di Castel Ritaldi, avevano redatto un documento in cui si invitava ad allargare il progetto di fusione anche al Paese delle Fiabe e possibilmente perfino a Montefalco. La proposta, però, per il momento non è stata presa in considerazione, mentre si va avanti su quella di unire Gualdo Cattaneo e Giano. Il protocollo prevede ora la costituzione di un gruppo di lavoro per arrivare entro la metà del prossimo anno all’approvazione della fusione vera e propria da parte dei relativi consigli comunali.

E ieri appunto, il primo passo formale è stato fatto, con la soddisfazione dei primi cittadini dei due Comuni, Andrea Pensi e Marcello Bioli. A commentare con favore l’ok all’intesa, criticando la proposta delle opposizioni, è stato l’ex sindaco gianese Paolo Morbidoni, che ha definito la votazione “un atto coraggioso e impegnativo che traccia il percorso di integrazione amministrativa delle due comunità e che sfocerà, alla fine, in un referendum popolare. Per una volta – ha commentato Morbidoni – la politica non insegue ma si fa guida. E questo rende onore a chi lavora al progetto, i Sindaci Andrea Pensi e Marcello Bioli e tutti i consiglieri di maggioranza dei due comuni. Spero che su questo percorso virtuoso si ritrovi, con spirito critico ma costruttivo l’intera rappresentanza politica, anziché inseguire fantasiose e forzate macro aggregazioni che pongono molti più problemi di quelli che risolvono, oltre che annientare ogni minimo protagonismo delle due comunità, andando a prefigurare una sorta di “governatorato” di Montefalco, suggestivo forse, ma privo di fondamenti nel tessuto sociale ed economico di molti dei territori interessati“.