Assisi

Guadagni facili, ma era una maxi truffa internazionale: vittime anche in Umbria | VIDEO

Da Livorno ad Alessandria, passando per Assisi e Pozzuoli, fino ad arrivare a Londra. L’organizzazione smantellata giovedì mattina all’alba dalla Guardia di Finanza di Livorno, coinvolgeva una decina di persone ed era operativa in Toscana e in altre 8 regioni italiane. Umbria inclusa, con ramificazioni tra Assisi e Arrone.

Le persone coinvolte, secondo gli inquirenti, “lusingavano le proprie vittime promettendo guadagni facili ma in realtà gli unici a intascare il denaro, ben 1 milione di euro, erano loro”. Si tratta di cinque componenti di un sodalizio criminale tra imprenditori e professionisti che simulavano di poter “piazzare” all’estero case, alberghi e terreni. Le vittime sarebbero una cinquantina.

Delle 10 persone finite nel mirino della finanza, per due indagati è scattato il carcere, per altrettanti i domiciliari, altri sei sono a piede libero. Al presunto capo del gruppo è stata sequestrata una villa da tre milioni di euro a due passi dalla celebre Terrazza Mascagni di Livorno e tre auto di lusso: un’Audi R8 coupé, un’Audi A6 allroad, una Range Rover e una Mercedes Cla Amg, del valore complessivo di oltre 260.000 euro.

Operazione limited: cuore in Toscana e ramificazioni anche all’estero

L’operazione, condotta con una ventina di auto, una sessantina di agenti e persino un elicottero, vede protagonista il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Livorno, coordinata dalla Procura della Repubblica guidata da Ettore Squillace Greco. I finanzieri, su ordinanza del gip Marco Sacquegna, hanno perquisito dieci imprenditori, professionisti e dipendenti di società italiane e inglesi tra Livorno, Cecina, Firenze, Pisa e Follonica (Grosseto).

Cinque di loro sono indagati con l’accusa di associazione a delinquere e autoriciclaggio internazionale: per quattro di questi è stata emesso un provvedimento di custodia cautelare (due in carcere e due ai domiciliari), mentre gli altri sei al momento sono indagati a piede libero. Interdetto anche un notaio.

L’organizzazione era attiva ad Alessandria a Sarzana (La Spezia), passando per Pavia, Venezia, Carpi (Modena) e Assisi, fino a Pozzuoli, nel Napoletano, e Altamura, nel barese. A Londra erano ‘fiscalmente residenti’ le società riconducibili ad alcuni indagati.

“Guadagni facili”: e in cinquanta vengono truffati

Secondo l’accusa, sarebbero una cinquantina le persone danneggiate, tutte persone, imprenditori e cittadini, che chiedevano liquidità. Gli indagati, in modo illecito, “intervenivano” su beni e valori per 150 milioni di euro. Al capo dell’organizzazione è stata sequestrata una villa milionaria a Livorno, vicino alla Terrazza Mascagni, e 4 auto per un valore complessivo di quasi 300.000 euro.


Secondo la nota della Finanza “è stato disarticolato un sodalizio dedito alla commissione di truffe internazionali immobiliari e finanziarie ai danni di altri imprenditori e privati cittadini che, in pratica, anticipavano decine di migliaia di euro di spese asseritamente necessarie a costituire società inglesi presso cui intermediare gli affari con facoltosi stranieri”.

Alla base dell’indagine, una serie di denunce/querele presentate da 53 vittime delle condotte truffaldine che hanno messo in moto Procura e Fiamme Gialle, consentendo di individuare le responsabilità di 10 persone coinvolte in 28 episodi di truffa realizzati a Livorno e in altre 10 località toscane, da Firenze a Casciana Terme, da Bibbona a Portoferraio, da Ponsacco a Fauglia, da Crespina Lorenzana a Riparbella, fino ad arrivare a Volterra e a Follonica. Ulteriori casi si sono verificati inoltre al di fuori della Toscana, in altre 8 regioni, dal Piemonte (Alessandria) alla Liguria (Camogli e Sarzana), dalla Lombardia (Pavia) al Veneto (Venezia e Verona), dall’Emilia Romagna (Carpi) all’Umbria (Assisi e Arrone), fino in Campania (Pozzuoli) e in Puglia (Altamura).

Truffa da oltre un milione di euro

Rilevante il valore dei patrimoni immobiliari oggetto degli affari, fatti apparire come guadagni facilidi facile realizzazione da parte dei sodali. In realtà non era così, visto che il valore degli immobili che gli indagati hanno finto di poter far monetizzare alle vittime dei propri raggiri era superiore a 150 milioni di euro.

A fronte delle condotte tracciate, la GdF ha ricostruito i proventi illeciti incamerati dal dominus dell’associazione, che ammontano a 1.000.000 di euro, tra cui 84.000 € trasferiti in Egitto presso la filiale di una banca degli Emirati Arabi Uniti e 170.000 € per gli arredi e i materiali edili acquisiti, anch’essi, tramite truffe.