Aggiornamento alle 22 – “Basta notizie false sul gruppo pronto all’affitto del gruppo Maran”. Suona così l’appello dell’amministratore delegato della società con sede a Spoleto, Andrea Marzapane, che nella serata di venerdì è intervenuto con una breve nota, in cui conferma anche la convocazione al ministero del Lavoro per giovedì, come anticipato nel pomeriggio da Tuttoggi.info.
“Comunichiamo – è scritto nel comunicato stampa – che nella giornata odierna è stata trovata una soluzione per la sede di Catanzaro ed è stata ricevuta la convocazione presso il Ministero del Lavoro per giovedì 20 settembre p.v. Si tratta di due importanti passi avanti per il futuro del Gruppo Maran. Crediamo che tutto ciò aiuti a focalizzare l’attenzione sulla conclusione della trattativa e sul mantenimento dei clienti. Inoltre, auspichiamo termini il continuo ripetersi di false notizie sulla credibilità delle aziende coinvolte nell’operazione. Tali notizie sono solo dei tentativi di disturbo che anche in passato hanno cercato di ostacolare la risoluzione della crisi mettendo a repentaglio il futuro dei lavoratori”. Il riferimento è appunto alle voci circolate sulla solidità dell’operazione in corso, che sarebbero trapelate nelle ultime ore anche in ambienti istituzionali.
Intanto è giallo su quanto sta accadendo a Catanzaro, dove il gruppo Hoist pronto ad affittare Maran e R&S ha raggiunto l’accordo con un’azienda del sud Italia per subaffittare la sede calabrese. I sindacati umbri nel pomeriggio avevano fatto sapere che parte dei lavoratori di Maran Catanzaro hanno accettato le condizioni poste dal management aziendale, con la garanzia di un contratto di lavoro per 12 mesi, pur proseguendo lo sciopero iniziato ieri. Ma secondo quanto potuto appurare da Tuttoggi.info, oggi nella sede calabrese si è tenuta solo un’assemblea dove i dipendenti non avrebbero deciso nulla. Anzi, come ci conferma un lavoratore di Catanzaro, non sarebbe stata loro avanzata alcuna proposta specifica.
Aggiornamento alle 17 – E’ stato convocato per giovedì 20 settembre un tavolo al ministero del Lavoro sulla vertenza del Gruppo Maran, che interessa attualmente le sedi di Spoleto e Catanzaro. La comunicazione è arrivata poco fa ai sindacati proprio mentre è in corso l’incontro tra i lavoratori ed i rappresentanti di Hoist Finance, il gruppo interessato all’affitto – attraverso la newco Nuova Maran – delle società attualmente oggetto di concordato preventivo davanti al tribunale di Spoleto. La riunione – viene spiegato – è stata indetta “per l’espletamento della fase amministrativa della procedura di licenziamento collettivo avviata dalla Maran spa”.
Oggi pomeriggio, intanto, i lavoratori si sono trovati fuori dall’azienda per contestare le modalità della convocazione, avvenuta ieri sera alle 21,30, escludendo completamente i sindacati. Diversi, per questo motivo, i dipendenti che hanno disertato l’incontro. Lo sciopero indetto ieri al momento prosegue, anche se alcuni lavoratori già da questa mattina hanno ripreso a lavorare.
Intanto da Catanzaro si apprende che una parte dei dipendenti hanno accettato la proposta di accordo, che prevede di lavorare per 12 mesi con il subaffitto del ramo d’azienda ad una società del sud Italia, a cui sarebbe stata garantita la lavorazione di importanti commesse finora trattate a Spoleto. Ma l’ok all’operazione calabrese è subordinato all’accordo tra gruppo Maran e Hoist, altrimenti tutto salterebbe. Nel frattempo, comunque, i dipendenti di Catanzaro hanno deciso di portare avanti anche loro lo sciopero per solidarietà con i colleghi di Spoleto.
Da una parte una notizia che potrebbe essere positiva per i lavoratori di Spoleto di Maran e R&S, dall’altra comportamenti antisindacali che non fanno che acuire il clima già teso intorno al Gruppo Maran ed al passaggio al gruppo Hoist. Dopo infatti l’intensa giornata di ieri, con la proclamazione dello sciopero fino al 22 settembre ed il presidio fuori dal palazzo comunale seguito dall’incontro con il sindaco Umberto De Augustinis, arriva infatti la notizia dell’accordo raggiunto per subaffittare la sede di Catanzaro. Con la newco Nuova Maran, quindi, che ora si può concentrare interamente sulla vertenza relativa al sito di Spoleto.
Nel tardo pomeriggio, infatti, dall’azienda è arrivata la notizia che è stato definito il subaffitto della sede di Catanzaro ad una società che – stando a quanto trapela – sarebbe ‘vicina’ al gruppo Hoist. Un’informazione data direttamente dal management italiano di Hoist ai lavoratori spoletini, convocando anche un incontro per oggi pomeriggio alle 15. Riunione al quale dovrebbe essere presente l’ad del gruppo Maran Andrea Marzapane oltre ai vertici della Nuova Maran, probabilmente in videoconferenza. Ma la convocazione dell’incontro, fatta bypassando i sindacati, ha destato comunque perplessità. Il metodo che in queste settimane viene adottato, infatti, non piace alle organizzazioni sindacali e nemmeno ai lavoratori. Per questo motivo, mentre prosegue lo sciopero, è stato organizzato un presidio fuori dall’azienda per le 14.30 di oggi. Anche perché rimangono sul tavolo molte questioni aperte, come la richiesta di riprendere le trattative su esuberi e decurtazioni degli stipendi, oltre allo stipendio di agosto, per il quale era stato annunciato il pagamento soltanto del 35%.
Intanto la Cgil, attraverso il segretario provinciale Filippo Ciavaglia e quello comprensoriale Mario Bravi, evidenzia la necessità di ideare un “progetto Spoleto”. “Intervenendo come CGIL -, dopo l’introduzione del Sindaco di Spoleto Umberto De Augustinis, in una sala Spagna del Comune di Spoleto, stracolma come non mai soprattutto delle lavoratrici e dei lavoratori della Maran che sono stati costretti a proclamare 10 giorni di sciopero, – evidenziano Bravi e Ciavaglia – abbiamo sottolineato nel primo intervento, che si è svolto in quella grande assemblea, che per difendere la Maran serve un progetto Spoleto. Un progetto Spoleto, che riconduca tutte le vertenze aziendali in un quadro complessivo e che richiede l’apertura di un tavolo con il coinvolgimento diretto della Regione dell’Umbria e del Governo Nazionale.
Vanno date infatti risposte immediate alle lavoratrici e ai lavoratori della Maran, che non possono accettare proposte “provocatorie” come quelle del pagamento del 35% dello stipendio e soprattutto va garantito un futuro e una prospettiva di futuro e di lavoro. Così come vanno date risposte ai lavoratori IMS con gli ammortizzatori sociali che scadranno ai primi di ottobre. Inoltre punti fermi dell’apparato produttivo spoletino dovranno rimanere la Cementir e la Novelli (pur con le sue notevoli difficoltà). E per tutti questi motivi serve ragionare e soprattutto costruire un progetto Spoleto per invertire una tendenza preoccupante che ha fatto si’ che il territorio di Spoleto abbia già perso 2.200 posti di lavoro con un tasso di disoccupazione del 10.9%(superiore alla media regionale e nazionale). Invertire questa tendenza si può e si deve a condizione di farsi carico tutti (forze istituzionali, forze imprenditoriali, forze sociali) di un imprescindibile e necessario ‘cambio di passo’”.
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