Lavoratori stanchi, sfiduciati ed ora “incoraggiati” al licenziamento. Il timing che il Gruppo Maran si era dato per arrivare a chiudere la trattativa per la cessione dell’azienda (entro marzo operazione di ristrutturazione aziendale e vendita concluse) al momento starebbe subendo ritardi, il tutto sulla pelle dei dipendenti, che nelle ultime settimane devono far fronte a pressioni di vario tipo. Sono spinti a dare il massimo sul lavoro, come gli ha chiesto sin da subito il nuovo amministratore delegato del Gruppo, Andrea Marzapane, anche per rendere ancora più appetibile l’azienda e non perdere mercato, mentre da mesi ricevono solo una piccola parte di stipendio, circa 500 euro, ed il clima sul posto del lavoro è pesante.
Intanto, però, in diversi sono stati convocati per un l’ipotesi di accordo sull’esodo volontario. Nessun incentivo sarebbe stato loro prospettato, a sentire quanto raccontano gli stessi dipendenti. Già alcuni lavoratori avrebbero manifestato la volontà di aderire alla proposta, potendo così accedere alla Naspi, l’indennità di disoccupazione, e chiudere così quella che considerano come una lunga agonia.
“Siamo abbandonati a noi stessi – è il commento di una dipendente – c’è chi tra noi ha difficoltà anche a mettere benzina per venire a lavoro, visti i debiti accumulati a causa degli stipendi arretrati”. L’azienda, in realtà, nonostante la richiesta del concordato preventivo avanzata davanti al Tribunale di Spoleto, in queste settimane ha continuato a pagare una parte dei compensi, mentre gli arretrati si accumulano. Un pagamento dovrebbe essere stato fatto dall’azienda nella giornata di ieri. Mentre all’inizio della settimana si sarebbe dovuto tenere un nuovo vertice tra proprietà e sindacati per gli aggiornamenti su pagamenti e sulle trattative in corso, saltato all’ultimo minuto e previsto ora per la prossima settimana, anche se al momento non ci sarebbe una data precisa.
Nel frattempo sembra stiano andando avanti le trattative con una multinazionale del nord Europa interessata all’acquisizione del Gruppo Maran mantenendo in parte le attuali assunzioni a tempo indeterminato. Non tutte, però, ovviamente. Ed è per questo che la proprietà starebbe spingendo sui licenziamenti volontari. Il tutto mentre i sindacati avevano sospeso le mobilitazioni per favorire le trattative ed evitare di danneggiare la Maran in questa delicatissima fase.
Una vertenza che comunque prosegue sotto traccia, nel silenzio più totale. “Nemmeno in vista delle elezioni parlamentare si sono visti politici qui – commentano ironici alcuni dipendenti – ci hanno abbandonato tutti a noi stessi”.