Un anno fa era stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Spoleto, passando oltre 2 mesi anche in terapia intensiva. I medici avevano detto ai suoi familiari che avrebbe potuto riportare conseguenze irreversibili. Ora, però, l’80enne spoletino Sergio – dopo aver passato oltre 4 mesi in ospedale (più della metà al San Matteo degli Infermi per poi essere trasferito a Foligno) ed aver dovuto convivere con una cannula per la tracheostomia fino a luglio – si è completamente ripreso e sta bene. Ed i suoi figli hanno voluto raccontare “in numeri” quello che hanno vissuto a partire da un anno fa.
Una lettera di denuncia che riportiamo di seguito.
Un anno, cinquantadue settimane, trecentosessantacinque giorni, ottomilasettecentosessantasei ore, questo il tempo trascorso dal 15 Dicembre 2023. “Quattro mesi e tre giorni”, il tempo totale trascorso da mio padre in Ospedale. “Due mesi ed una settimana” di terapia intensiva. “Diciassette” i giorni di intubazione. “Sei mesi e dieci giorni” il tempo che ha vissuto con la cannula tracheotomica.
“Zero” l’empatia dimostrata nei riguardi della mia famiglia dai medici di medicina e di rianimazione dell’ospedale di Spoleto.
“Molteplici” le volte in cui questi medici hanno esclamato: “Ha 80 anni!”, quasi a voler significare che l’età bastasse a giustificare un esito infausto. O forse si riferivano al fatto che avremmo potuto non conoscere l’età anagrafica di nostro padre?
“Svariate” le email e le pec che abbiamo inviato agli indirizzi email di terapia intensiva e della direzione sanitaria, per sollecitare un consulto con un qualsivoglia pneumologo e per conoscere in maniera chiara ed esaustiva le condizioni di nostro padre. “Nessuna” le repliche ricevute.
“Tre in un giorno”, le versioni diverse e discordanti che i vari medici di rianimazione sono riusciti a darci Domenica 11 Febbraio 2024. “Tanti, troppi, i momenti” di totale sconforto che ho vissuto in quel periodo.
“Più di dieci” i medici che si alternano nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale della nostra città. “Tanti” i problemi di comunicazione che si sono venuti a creare nel nostro caso. “Troppe” le volte che con l’aiuto di professionisti vicini ho dovuto decifrare le condizioni di salute di mio padre.
“Una sola” la sentenza pronunciata dai medici dell’ospedale di foligno a posteriori: “Il paziente giunge con una grave anemia ed una seria malnutrizione”
“Numerose” le volte che il rianimatore ci ha informato che nostro padre non sarebbe più stato quello di prima, che probabilmente sarebbe dovuto essere ventilato a casa ed altri scenari apocalittici.
Ma come dice Vasco: Io sono ancora Qua.
“Immensa” è la gratitudine verso tutto il Team Medico e lo Staff del reparto di Pneumologia di Foligno.
Ma questa è tutta un’altra storia.
Infinito è l’amore che abbiamo per nostro padre.
E’ già.