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Granocchia: “Così l’inflazione penalizza famiglie e piccole imprese”

L’inflazione, trainata dal caro-energia e aggravata dalla speculazione, che pesa sulle famiglie e, doppiamente, sulle piccole imprese del commercio, che vedono aumentare i costi e diminuire i consumi interni. Queste le priorità su cui il presidente di Confesercenti Umbria, Giuliano Granocchia, auspica un intervento del Governo e, per quanto di loro competenza, delle Istituzioni regionali e locali. “Tanto più – ricorda – che l’Umbria è la seconda regione italiana, dati Istat, per aumento dell’inflazione”.

Un’impennata, quella del caro-vita, sulla cui causa Granocchia non ha dubbi: “Stiamo assistendo a una forte speculazione da parte dei pochi che gestiscono il mercato. Basti vedere ai prezzi raggiunti dai carburanti sulle autostrade. I gestori dei distributori e i piccoli proprietari – precisa rispetto alla polemica sui prezzi dei carburanti – non sono gli speculatori, ma le vittime del sistema, insieme agli automobilisti. Come vittime dell’inflazione sfrenata, in generale, sono famiglie e piccoli imprenditori”.

Il presidente di Confesercenti ricorda poi come i piccoli commercianti siano doppiamente penalizzati: “Vedono aumentare i costi di gestione, quelli energetici e non solo, ma a causa della riduzione dei consumi interni, specialmente dei prodotti non essenziali, anche le vendite e quindi gli incassi. Né possono caricare le maggiori spese sui prezzi applicati, per non perdere clientela”.

Tra i costi maggiorati di famiglie e piccole imprese, poi, una voce rilevante è determinata dall’aumento del costo del denaro: “La politica monetaria restrittiva, a fronte di leggero calo dell’inflazione – prevede Granocchia – avrà delle conseguenze pesanti sulla riduzione del Pil per il Paese. E sui bilanci delle imprese, dato che moltissime hanno attivato dei prestiti, allettate dai bassi tanti di interesse in vigore fino a poco tempo fa. E comunque già solo l’adeguamento del Tfr accantonato pesa gravemente sui bilanci delle imprese. Il cambio delle politiche della Bce, dall’era Draghi a quella attuale, la stiamo pagando pesantemente. Non è così per le banche, che vedono aumentare i loro profitti”.

Sulle famiglie, oltre ai mutui, pesa l’adeguamento Istat degli affitti: “Praticamente – spiega Granocchia – si salvano pochissime famiglie da queste dinamiche sui costi per la casa. L’adeguamento automatico dei prezzi al costo della vita viene applicato in molti settori. Un aspetto da eliminare”.

Il presidente di Confcommercio lancia un allarme per il piccolo commercio: “Si trova a dover affrontare una miscela esplosiva. Non siamo di fronte al contesto degli anni Sessanta. Adesso il piccole commercio è l’anello debole, ad eccezione di quella parte che riesce ad intercettare il grande flusso turistico. Mi chiedo, allora, se non sia ora di rivedere le regole di questo settore”.

Quanto al commercio, in attesa di vedere l’andamento di agosto, dall’Umbria arrivano segnali discordanti: “Attendiamo – premette Granocchia – i dati definitivi di fine stagione per trarre un bilancio compiuto. Tuttavia, al momento arrivano dai nostri associati del settore buone risposte dalla città d’arte, mentre ad esempio il Trasimeno è in sofferenza”.

Rispetto alle politiche regionali, il presidente Granocchia valuta positivamente il pacchetto Remix presentato dall’assessore Fioroni: “Misure che vanno nella giusta direzione, perché saranno un aiuto importante per le piccole imprese e si tratta di uno strumento che tiene in considerazione anche il settore del commercio. Questo è un aspetto che ci soddisfa molto. Così come il fatto che non si tratti di una misura spot, ma inserita con una strategia che guarda in questa direzione nella programmazione dei fondi europei. Oggi sappiamo che nei prossimi mesi potremmo proporre ai nostri associati delle misure che a molti di loro potranno essere utili”.

Granocchia pone poi l’attenzione sulla sanità, che occupa gran parte del bilancio: “In parte la Giunta regionale è intervenuta sulla sanità. Ma molte famiglie sono costrette, per varie ragioni, a rivolgersi al privato in caso di bisogno. E considerando che, attraverso le tasse, la sanità pubblica già la paghiamo, questo è un elemento sul quale porre molta attenzione”.

L’ultimo pensiero del presidente Granocchia, rispetto alla situazione attuale, è per le giovani generazioni. E non solo rispetto alle dinamiche dell’istruzione e del lavoro: “Si tratta di generazioni vissute sempre in anni di bassa inflazione. E che quindi non hanno gli strumenti, anche culturali, per rispondere al continuo caro-vita. Anche per questo occorre intervenire al più presto per contrastare la speculazione e riallineare la dinamica dell’inflazione senza colpire famiglie e piccole imprese”.