Prima l’afa e la siccità, con temperature oltre la media stagionale, poi l’arrivo dell’improvvisa grandinata, che ha provocato non pochi danni, e di piogge torrenziali in alcune zone dell’Umbria. Si rischiano danni seri per l’agricoltura umbra, come segnala la Cia, la confederazione degli agricoltori.
La grandinata di martedì pomeriggio (4 agosto) ha infatti danneggiato i campi coltivati di alcune aziende agricole che adesso dovranno rimboccarsi le maniche e fronteggiare, conti alla mano, i capricci di un clima che ha ormai abbandonato la mitezza del Mediterraneo per diventare sempre più tropicale.
Filmati amatoriali, fotografie e post allarmanti sui social network sono arrivati da alcune aziende agricole vitivinicole e ortofrutticole, che si trovano nei comuni della Val Nestore, in particolare Piegaro, Panicale (Pietrafitta e Tavernelle in modo più significativo), Deruta e Marsciano, così come nella zona tabacchicola dell’Alta Valle del Tevere.
“In queste condizioni, essenziali risultano le polizze assicurative contro le calamità naturali, grandine in particolare che, come Cia Umbria, auspichiamo troveranno sempre garanzia di un supporto nelle Politiche comunitarie” dice l’associazione di categoria.
“L’agricoltura oggi è attaccata da mille problematiche” commenta Matteo Bartolini, presidente Cia Umbria. “Unitamente al Coronavirus, infatti, – prosegue – ci sono anche i cambiamenti climatici da affrontare, che non dobbiamo dimenticare o sottovalutare. Come produttori agricoli stiamo attraversando una crisi dietro l’altra, che rischia di far alzare bandiera bianca a molte piccole aziende umbre. Non bastano le risorse stanziate dal Governo per far fronte all’emergenza Covid, se poi dimentichiamo un piano adeguato di sostegno per tutelare i produttori dai danni della fauna selvatica e da un clima bizzarro che le aziende agricole devono essere messe nelle condizioni di poter gestire, con l’aiuto di moderne strumentazioni e il giusto supporto economico per investimenti in tecnologie avanzate.
Se a questo si aggiunge il danno economico di una filiera agroalimentare che non riconosce all’agricoltore il giusto prezzo, è chiara l’urgenza di un progetto di sostenibilità economica per le nostre aziende che permetta loro di essere resilienti ai cambiamenti climatici, all’iniquità dei mercati, alle pandemie e ad altro ancora”.