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Grande successo per il mese della gastronomia umbria a New York

Piace molto agli americani l’Umbria da mangiare e da bere, che fino al 30 novembre è in mostra (e in degustazione) presso il tempio e lo “store” della cucina e dei prodotti enogastronomici italiani a New York, “Eataly” di Oscar Farinetti, vetrina d’eccezione da 7 milioni di “visitors” all’anno. Complici le foto di Steve McCurry sull’Umbria, una delle quali è collocata all’ingresso, mentre altri scatti inediti dei 100 che compongono il progetto “Sensational Umbria” pendono dal soffitto sopra le eccellenze enogastronomiche in vendita, i prodotti e la cucina umbra stanno riscuotendo un notevole interesse, con menù a tema (strangozzi con burro e tartufo, zucca con lenticchie e cipolle, “baccalà alla umbra”, lenticchie e cotechino, insalata di farro con caciotta al tartufo, pollo con funghi e dente di leone), il tutto annaffiato da vini umbri, al bicchiere o in bottiglia, Sagrantino in testa, e non solo.

“È una gran bella operazione”, commenta Dino Borri, top manager di “Eataly”, seduto al tavolo della “birreria” all’ultimo piano di “Eataly”, dove nei giorni scorsi si è incontrato con la presidente della Regione Catiuscia Marini e l’assessore al Turismo Fabrizio Bracco. “Se agli americani è piaciuta l’Umbria? Ma l’Umbria – risponde – si è presentata qui con una serie di prodotti che, me lo faccia dire, sono, nella loro varietà e particolarità, perfetti per il mercato americano: legumi, farro, tartufi, tutte cose che hanno incontrato il favore dei clienti. Noi facciamo – ha aggiunto – ogni mese iniziative promozionali con diverse regioni, ma con l’Umbria c’è un rapporto particolare, nel senso che lavorando con gli umbri, che siano imprenditori o rappresentanti delle istituzioni, troviamo una empatia fra quello che facciamo qui, la nostra filosofia, e quello che ci viene proposto. In Umbria c’è gente che ha una vera passione per l’enogastronomia, con una visione moderna su come vadano presentati e promossi i prodotti, che sono eccellenti. È la stessa filosofia di ‘Eataly’, valorizzazione dei prodotti locali e tecniche moderne di cucina: una filosofia ‘glocal’, incentratata sui prodotti territoriali in qualsiasi posto dove andiamo, in America (dove è prossima l’inaugurazione di “Eataly” di Chicago, Ndr) o in Giappone. In questo modo, è nata questa bella operazione dell’Umbria a ‘Eataly’ di New York”.

Dino Borri sottolinea anche l’importanza di aver accompagnato il “display” dei prodotti tipici – secondo la “filosofia” di Eataly – con “cooking classes”, tenute da una grande ambasciatrice della cucina italiana a New York, la chef Lidia Bastianich (madre di quel Joe Bastianich che con Bruno Barbieri e Carlo Cracco è noto in Italia come “giurato” di “Masterchef”), coadiuvata, per l’abbinamento con i vini, da Giuseppe Rosati, già ristoratore eugubino, e, per gli olii, da Nicolas Coleman, insegnante della “Scuola di Eataly”, uno dei maggiori esperti statunitensi di olio. “Abbinare la cucina al prodotto – dice Borri – è la nostra caratteristica, una proposta semplice che ha funzionato”.

All’olio e al vino si è aggiunto a New York il cioccolato artigianale umbro, che da Perugia a Pantalla e Foligno vanta produzioni di alta qualità. Qualche giorno fa, un’ottantina di importatori americani sono stati invitati, presso un ristorante newyorchese, ad una iniziativa a tema, un “pranzo in campagna” ispirato ad una foto di “Sensational Umbria” di Steve McCurry, “Famiglia umbra seduta per il pranzo”: ovvero, l’“arte di vivere” dell’Umbria, in un clima conviviale che fa eco ai valori e ai piaceri della vita di campagna.

Intanto, la nota rivista americana “WineEnthusiast” ha annunciato la propria intenzione di uscire nel prossimo febbraio con un numero monografico, dedicato all’Umbria, mettendo in palio, per i lettori, due viaggi, “wine trips”, nella regione. Della mostra di Steve McCurry all’Ice di New York e della visita della presidente Marini si è occupato fra gli altri “Skimbaco–Lifestyle”, un sito web dedicato a tutto quanto fa “stile” e tendenza.