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GRANDE FESTA AL COMUNE DI POGGIODOMO PER IL BICENTENARIO DI FONDAZIONE

Quest'anno ricorre il Bicentenario del Comune di Poggiodomo, che nel 1809, con l'occupazione dello Stato Pontificio da parte di Napoleone, fu separato da Cascia e riconosciuto amministrativamente come territorio autonomo, compreso nel dipartimento del Trasimeno.

In occasione di tale ricorrenza l'Amministrazione Comunale ha organizzato un festeggiamento celebrativo, il 18 Agosto a Poggiodomo, che coinvolgerà tutti i cittadini del capoluogo e delle sue frazioni (Mucciafora, Roccatamburo e Usigni). Il Sindaco Egildo Spada infatti, ritiene che sia importante ricordare insieme alla popolazione l'autonomia territoriale del Comune, come preludio alla sua costituzione a Comune vero e proprio, che avvenne pochi anni dopo con la restaurazione pontificia, che nel 1816 confermò tale distacco territorialmente, obbligando Poggiodomo, Usigni, Roccatamburo e Mucciafora a formare una propria comunità. Il piccolo Comune fu poi riconfermato con la sua annessione al Regno d'Italia e in seguito il suo assetto comunale fu soggetto alle leggi del nuovo Stato italiano.L'iniziativa prevede una rivisitazione delle tradizioni popolari del luogo, con canti locali e un rinfresco con i prodotti tipici del territorio.

Programma della serata:

Musica popolare tipica del territorio con il gruppo “Sonidumbra”

“Rinfresco Rustico” a metà serata

Storia di Poggiodomo

Poggiodomo, castello di poggio, le cui origini risalgono al XII secolo, si affaccia sulla valle del torrente del Tissino ed è sovrastato da Monte Carpenale e da Monte Coscerno. Situato a 974 metri s.l.m. con circa 160 residenti è il comune più piccolo dell'Umbria. La superficie dell'intero territorio comprende, oltre al capoluogo tre frazioni: Mucciafora, Roccatamburo ed Usigni. Nel territorio del comune di Poggiodomo, già in età protostorica, nei pressi di M. Maggio, M. Coscerno e M. Castello, e poi in epoca preromana, sono attestati insediamenti umani. Non si è in grado di determinare con precisione l'evoluzione che in tali zone portò dai villaggi protostorici al pagus romano e da questo al curtis medievale. Solo a partire dal XII secolo si avranno notizie precise riguardo una presenza stabile e continuativa sul territorio; da questo secolo infatti le vicende che interessarono il territorio del comune di Poggiodomo andarono intrecciandosi con quelle dei vicini comuni di Cascia e Spoleto. Nei secoli XIII e XIV le vicende del comune di Poggiodomo sono strettamente legate a quelle dei comuni di Spoleto e Cascia, dove si è trovato alternativamente coinvolto nelle vicende storico-politiche di entrambi; dapprima sotto la podestà di Spoleto e successivamente nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini nel comune di Cascia. Nel 1361 il territorio di Poggiodomo, escluso Usigni, non faceva più parte del comune di Spoleto, e la frazione di Usigni venne spesso contesa tra i comuni di Cascia, Norcia e Spoleto. Nel 1377 Cascia riuscì ad estendere il proprio dominio su Usigni e qualche anno dopo su tutto il comprensorio di Poggiodomo; a testimonianza di ciò, sta il fatto che in questi territori furono eletti sindaci e guardiani che rispondevano del loro operato al Podestà di Cascia. Con il Sacco di Roma (1527) molti castelli di Cascia, tra cui Poggiodomo, Usigni, Roccatamburo e Mucciafora, cercarono protezione sotto Spoleto e in seguito si dichiararono autonomi. Lo statuto di Poggiodomo fu letto e approvato nella chiesa di San Salvatore il 1 settembre del 1529, dove si riconosceva comunque l'autorità di Spoleto. Durante il XIX secolo con l'occupazione dello Stato Pontificio da parte di Napoleone, nel 1809, Poggiodomo fu separato da Cascia e riconosciuto amministrativamente come territorio autonomo, compreso nel dipartimento del Trasimeno. La restaurazione pontificia nel 1816 confermò tale distacco territorialmente e obbligò Poggiodomo, Usigni, Roccatamburo e Mucciafora a formare una propria comunità. Come stemma fu scelto quello della Congregazione dei Possidenti: due mani incrociate su campo rosso, mentre nel 1868 fu deliberato di passare al Comune parte dei beni di tale Congregazione e la chiesa parrocchiale di S. Carlo, alla costruzione della quale aveva contribuito in modo determinante. Nel 1888 e nel 1891 vengono concessi per legge a Poggiodomo i beni comuni delle frazioni e del capoluogo, ma, dietro la loro protesta, intorno al 1930 esse vi riprendono possesso grazie all'istituzione delle Comunanze Agrarie.