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Gli Scontati incontrano TO® in esclusiva prima del concerto-tributo a Paolo Conte

Riccardo Foglietta

Sabato 17 dicembre, alle ore 21.30, presso l’auditorium di Palazzo Gazzoli a Terni si esibiranno dal vivo Gli Scontati, ovvero Lorenzo Kruger (già cantante dei Nobraino, nota indie band italiana) e Giacomo Toni (autore, cantante nella Novecento Band e pianista). Il duo proporrà un concerto-tributo a Paolo Conte con una scelta di brani, accompagnati da voce e piano, selezionati dal repertorio del grande autore astigiano. L'evento è organizzato dalla Tommy Moroni Eventi & Management e dalla Umbria Music Commission. Abbiamo avuto la possibilità di intervistare Gli Scontati e quello che segue è il contenuto della nostra “conversazione”.
Come nascono Gli Scontati? A quanto pare ci sono due versioni riguardo ai motivi che vi hanno portato ad unire le vostre strade: secondo una, quella di Lorenzo, tutto è dovuto ad un'amata in condivisione (una trombonista mi pare); secondo l'altra, quella di Giacomo ovviamente, tutto è iniziato in occasione di un concorso cui avete partecipato a Padova, in cui risultarono vincitori (secondo Giacomo immeritatamente) i Nobraino. Quale delle due versioni è più attendibile? Oppure sono vere entrambe?
Lorenzo: Sono vere entrambe, ma le nostre strade si sono unite a Cesenatico, in spiaggia. Io andavo via verso le quattro e lui arrivava nell'orario anziani. Ci siamo incrociati sulla passerella, io sembravo un gamberone rosso e il sole era un lampo giallo al parabreeze. Ci siamo dati appuntamento per la sera in un posto a bere due bicchieri di vino e lì abbiamo iniziato a pensare ad uno spettacolo insieme.
Giacomo: Diciamo allora che, per precisione, i Nobraino vinsero un concorso, probabilmente corrompendo i giurati, dove la Novecento Band venne scartata. Per vendicarmi ho assunto la sua trombonista nella mia band, tra l'altro donna meravigliosa.
Vi è stato chiesto come mai avete deciso di riproporre dei brani presi dal repertorio di Paolo Conte. Giacomo ha risposto dicendo che si tratta di belle canzoni (motivo già di per sé estremamente valido, direi). Mi ha colpito però una frase di Lorenzo, che mi pare abbia asserito questo: le canzoni di Paolo Conte sono le uniche che valga la pena rifare, perché sono le uniche che non fanno sentire delusi chi le ripropone pur essendo le canzoni di un altro. A cosa si deve, secondo voi, questa peculiarità? Oppure è una semplice sensazione di Lorenzo?
L: Una canzone e' come una bicicletta, se e' costruita bene ed e' bella, e' un piacere andarci in giro.
G: Non so se siano le uniche. Senz'altro lo è il repertorio. Non credo ci sia nessun altro canzoniere italiano a poter vantare tanti brani di un tale livello musicale e lirico, allo stesso tempo celebre e mai banale.
Il compito che vi siete prefissi è davvero arduo, sia per l'artista di riferimento (Conte appunto, ormai un mostro sacro), sia per la modalità in cui vi esibirete. Gli elementi strutturali del concerto saranno, da quel che ho capito, il pianoforte di Giacomo e la voce di Lorenzo. L'essenzialità della struttura sicuramente contribuisce alla messa in risalto delle vostre capacità tecniche che però, allo stesso tempo, saranno messe talmente in primo piano da non lasciare spazio a nessuna incertezza. Questo mi fa pensare alla fatica che ogni concerto dovrebbe comportare per voi!
L: E' sicuramente una sfida con noi stessi, tra noi due e tra noi e Conte. Cercavamo un'esperienza nuova da portare sul palco e che mettesse alla prova entrambi. Poi c'e' anche un desiderio divulgativo: portare Conte in posti dove Conte non viene suonato. E la situazione piano e voce ci permette davvero di girare, con questo spettacolo, in tante situazioni diverse.
G: Saggia considerazione. Il concerto è tecnicamente difficile. Inciampare in qualche errore è possibile. Detto questo, penso che la formazione piano e voce possa avvantaggiare l'attenzione alla stesura primordiale dei brani, in un contesto che ormai Conte, ovviamente, usa di rado nell'esibizione prediligendo le sonorità dell'orchestra. Noi lo riportiamo vicino alle osterie con tutto il rischio (e una certa soddisfazione) di deludere i puristi. Mi si perdonerà il citazionismo se dichiaro di aver capito cosa significa sbagliare da professionisti.
Altre band (solo per fare un esempio mi vengono in mente i Bluebeaters) hanno scelto di riproporre grandi classici con un arrangiamento musicale così distante dall'originale da salvare la “cover” da qualsiasi, inevitabile, confronto. Nel vostro caso, invece, mi pare che il riferimento alle modalità espressive di Conte sia molto più diretto. Non c'è il rischio che questo vi costringa ad essere pedissequi nei confronti dell'opera di Conte, mortificando la vostra originalità?
L: Non penso che nessuno dei due abbia la necessità di mettere alla prova la propria originalità. Nei nostri rispettivi mondi musicali abbiamo molte occasioni di dimostrarci. E in ogni caso, quando apro bocca per cantare lo faccio come lo fa Lorenzo Kruger, sempre. E lo stesso penso sia per Giacomo.
G: Io a questo non ho nemmeno pensato. Sono canzoni che mi diverte suonare e il paragone mi sembra improbabile.
Giacomo collabora con diverse compagnie teatrali, Lorenzo dimostra di avere notevole presenza scenica sul palco. Il vostro istrionismo rende più semplice l'esibizione e l'impatto con il pubblico?
L: Dipende dal palco, dal pubblico e da cosa abbiamo mangiato per cena, ma in genere tendiamo a lasciarci andare sul palco e la cosa crea di per sé delle situazioni che esulano della semplice esecuzione del brano.
G: E' difficile soffocare l'istrionismo del mio meraviglioso e blasonato collega Lorenzo. Ogni concerto è diverso e la teatralità varia a seconda della risposta del pubblico. Tuttavia mi sento di dire che l'esibizione si mantiene lontana dalle interpretazioni degli originali, mantenendo una sua personalità che è legata al nostro modo di fare musica sul palcoscenico.
Se doveste scegliere degli artisti che musicalmente vi hanno influenzato, chi citereste?
L: Sono diversi, non so però di quanti mi metterei a fare uno spettacolo monografico.
G: Tra tanti dico Duke Ellington e Enzo Jannacci.
Avete in progetto di eseguire cover di altri artisti in futuro? Oppure state scrivendo qualche pezzo vostro?
L: Personalmente sto lavorando all'uscita del prossimo disco dei Nobraino, che avverrà a marzo 2012; c'e' anche molto materiale nuovo su cui sto lavorando ma per il momento è tutto.
G: In genere non amo le cover band ma sono portato alla contraddizione, soprattutto quando le proposte si fanno interessanti e quando le canzoni mi piacciono molto. Per ora mi dedico alla stesura del prossimo disco della Novecento Band.

(*) foto di Matteo Cavalieri

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