Spoleto, Assisi, Foligno, Spello, Trevi e Campello sul Clitunno: questi i sei comuni pronti a lavorare per spedire a Parigi la candidatura Unesco della cosiddetta fascia olivata pedemontana compresa tra la città serafica e l’antica capitale del ducato longobardo.
A guidare la spedizione è il Comune di Trevi, riconosciuto dagli altri enti come capofila del progetto, che prevede un percorso finalizzato alla tutela e alla promozione dell’area territoriale in questione, caratterizzata dalla presenza secolare della coltivazione dell’olivo in queste zone dove ha anche assunto una connotazione peculiare, grazie al rapporto con il contesto naturalistico e con insediamenti e attività antropiche.
La sfida di presentare una candidatura all’Unesco per far riconoscere la fascia olivata dell’Umbria come patrimonio mondiale dell’umanità nasce anche dalla fitta presenza non solo di eccellenze paesaggistiche, ma anche spirituali, toriche, culturali, artistiche, produttive ed enogastronomiche, è possibile riconoscere il carattere di unicità del territorio.
L’obiettivo è naturalmente quello di arrivare al riconoscimento delle eccezionalità che segnano la zona così da poter mettere in modo un’adeguata valorizzazione di profilo nazionale e internazionale, presentando la fascia che da Assisi si allunga fino a Spoleto come la culla dell’olivicoltura.
In questa direzione lavorerà il comitato costituito in questi giorni, pronto ad accogliere via via le istanze delle realtà presenti e attive sul territorio, come associazioni, fondazioni, piccoli produttori, popolazione, al fine di includere tutti nel processo. In questa fase quindi si cercherà di porre le basi per per la creazione di una rete operativa, impegnata in un’attività di salvaguardia e promozione integrata.
Il primo passo è stato compiuto nelle ultime ore al ministero delle Politiche agricole a cui è stata recapitata una richiesta di adesione al ‘Registro nazionale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizione’, considerata una possibilità