Finanza creativa e titoli pluriennali sono la morsa nella quale sono scivolati tantissimi enti locali oggi indebitati sino al collo, secondo l'assessore al bilancio della Provincia di Perugia Ornella Bellini, intervenuta ieri nel convegno organizzato da Legautonomie con il titolo “Strumenti derivati di imprese ed enti pubblici: struttura, rischi rimedi”.
“La cosiddetta finanza creativa del ministro Tremonti – ha affermato Bellini – ha trovato terreno fertile all'inizio degli anni duemila. Gli enti locali, già alle prese con i minori trasferimenti statali e quindi bisognosi di nuove risorse economiche, ne hanno sottoscritti molti. I swap, che dal 2008 sono vietati per gli enti pubblici, in sé sono un contratto a scadenza in base al quale due parti (ente e banca) si impegnano a scambiarsi pagamenti periodici di interessi calcolati su un capitale di riferimento che presenta aleatorieta' dei tassi di interesse. Sono quindi uno strumento di copertura che, se ben costruito, non presenta rischi. Eppure in molti enti locali questi contratti hanno intossicato i bilanci, procurato perdite ed aperto le porte di molte Procure. Qual ò il peccato originale di questi swap? I peccati sono molti e tutti connessi all'uso improprio e speculativo che ne è stato fatto. Essi vanno dalla asimmetria tra le regole della finanza pubblica e della finanza soggetta a Consob, dalla mancanza di operatori qualificati negli enti pubblici, alla scarsa trasparenza di molti contratti che non permettono di vedere se contengono costi occulti, opzioni digitali ecc., da contratti talora scritti in inglese. Sicuramente tutte queste problematiche sono state sottovalutata da molte amministrazioni attratte da quell'up front iniziale, fatto transitare come premio,che permetteva di fare fronte a carenze di risorse. Ovviamente nessuno regala alcunche', ma dietro una ingegneria finanziaria che solo l'esperto bancario conosceva si sono nascosti rischi elevatissimi per gli enti locali che da alcuni anni o hanno avuto margini per contrattare bonariamente la risoluzione dei contratti con le banche o hanno intrapreso cause con le banche stesse. Una situazione quindi complessa, esposta a costi e rischi per la finanza pubblica, non meno che ad un contenzioso che durerà anni. Né gli enti sono stati aiutati da una normativa nazionale di chiarimento che e' promessa dal 2008 ma che mai e' stata emanata”.
I vari relatori che hanno seguito l'intervento della Bellini hanno affrontato le tematiche dell'operatore qualificato e le questioni giuridico/finanziarie della finanza derivata usata tanto dagli entilocali quanto dai privati.