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Gli “alfaniani” umbri si presentano / Gruppi autonomi del Nuovo Centro Destra in Regione, Provincia e Comune

Sara Minciaroni

Massimo Mantovani, Massimo Monni, Maria Rosi (in Regione) Franco Asciutti, Evian Morani, Luigi Andreani (in Provincia), Emanuele Scarponi e Michelangelo Felicioni(al Comune di Perugia): ecco il “Nuovo Centro Destra”. Questa mattina in conferenza stampa si sono presentati i “pezzi da novanta” che con l’onorevole Luciano Rossi come capostipite e il sindaco di Assisi Claudio Ricci porteranno in Umbria il pensiero del segretario nazionale Angelino Alfano.

I gruppi. Tre i gruppi politici che si andranno a costituire in Regione appunto, in Provincia e al Comune di Perugia. I capigruppo sono già individuati, almeno per i “palazzi” di Piazza Italia, Mantovani guiderà in Regione e Asciutti in Provincia. Al Comune ancora tutto da decidere. In effetti l’operazione è stata più che tempestiva, manca ancora il simbolo e per il nome “Nuovo centro destra” si è dovuto attendere che chi lo aveva già depositato in passato scegliesse di lasciarlo all’ex delfino di Berlusconi. Per nuovi ingressi non pare che ci sia ancora molto da attendere, anche qualche sindaco del centro destra avrebbe già manifestato il suo interesse al progetto.

Non una scissione ma una separazione. “Per noi non è stata una scissione – spiega Mantovani – ma una separazione. Terminata l'esperienza del popolo della libertà che nel 2008 ci ha portato a risultati straordinari, con la chiusura del Pdl ognuno ha cercato rispetto alle opzioni scaturite di collocarsi nell'ambito in cui credeva di più. Il nostro è un nuovo centro destra che si pone nello scenario della politica nazionale nell'ambito di un contenitore alternativo al centro sinistra. I primi risultati sono straordinari dal punto di vista dei sondaggi, 10,5 % di cui in grande parte tornano dal non voto. Il nodo politico più forte e che non è stato possibile superare è stata la questione del governo. Se avessimo fatto cadere il governo in questo momento, avrebbe significato rischiare che prendesse il sopravvento il centro sinistra. Siamo convinti che in questo momento occorra mantenere in vita questo governo per ottenere il mono cameralismo. Perché si può vincere ma occorre fornire governabilità. Il semestre europeo italiano si avvicina ed è necessario risolvere molte questioni per la ripresa economica ed occupazionale del paese”.

Monni. “Mantovani sarà il nuovo capogruppo. Claudio Ricci e Luciano Rossi hanno già aderito. Questo partito nasce con un forte senso di responsabilità anche la dove stiamo amministrando, per questo non chiediamo necessariamente ai sindaci di esporsi. Non entriamo a gamba tesa ma anzi apriamo le porte a chi è interessato al progetto”.

Rosi. “Vogliamo rilanciare la nostra azione politica legata al valori del 1994. Valori ideali per una nuova politica fatta di correttezza, una missione per i cittadini, dare risposte concrete e tornare a fare politica e rilanciare il concetto di meritocrazia. La nostra è stata una scelta coraggiosa”.

Asciutti. “Quando sono stato obbligato a fare una scelta non pensavo di fare una separazione consensuale, speravo che alla fine tutti quanti restassimo insieme. La difficoltà è nata da piccole questioni per il partito ma grandi per il paese. Dover far cadere il governo ora o essere responsabili e pensare al l'interesse del paese. Quando Berlusconi ha detto io dal Pdl vorrei tornare a forza Italia alcuni come me sono tornati con entusiasmo ai valori del ‘94. Altri hanno iniziato una deriva estremista. Il disagio di tanti è stata proprio la linea per rompere la maggioranza che Berlusconi ha voluto. Abbiamo sempre detto che le questioni del nostro leader erano svincolate da quelle del governo. Noi crediamo che c'è bisogno che il governo, questo governo, faccia le cose che servono al paese. Questa nuova formazione è nel centro destra”.

Andreani. “Preciso che facendo parte del gruppo dei senatori liberali di Giovanardi eravamo già fuori da Forza Italia perché non ci eravamo mai entrati. Questa nuova formazione politica ci ha invece visto riuniti. Guarderemo in modo particolare al PPE”.

Morani. “Non ho vissuto questa separazione in maniera drammatica. Temevo che anzi le cose si sarebbero protratte per troppo tempo, bloccati sulle vicissitudini personali di Berlusconi. La logica è quello di poter ragionare in termini amministrativi e politici. Dialogare con tutti i moderati”.