Gli “alberi parlanti” tra Città della Pieve e Piegaro finiscono su Superquark. Nella puntata in onda domani (28 agosto 2019) alle ore 21:25 su Rai Uno della trasmissione condotta da Piero e Alberto Angela, infatti, sarà protagonista il bosco di Piegaro della famiglia Margaritelli.
Nel servizio dedicato alle foreste Hi Tech e al controllo del patrimonio boschivo grazie a satelliti, droni e sensori applicati direttamente sugli alberi, sarà presentato il progetto TRACE (TRee monitoring to support climate Adaptation and mitigation through pefc CErtification), applicato nel bosco umbro per sperimentare il sistema dei sensori chiamati “Tree Talker”, finanziato dal PEFC Internazionale e nato dalla collaborazione tra PEFC Italia e la Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC). Nel servizio di Paolo Magliocco e Gianpiero Orsingher l’esperimento sarà spiegato dal professor Riccardo Valentini, membro del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, insignito nel 2007 del Premio Nobel per la Pace, insieme ad altri ricercatori del Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC), per le ricerche relative ai cambiamenti climatici.
L’obiettivo di questa esperienza unica in Italia e presente in altri tre Paesi nel mondo (Russia, Cina e Spagna), ma soprattutto la scelta del Bosco di Piegaro della famiglia Margaritelli è spiegata da Antonio Brunori, ideatore dell’attività e segretario generale del PEFC in Italia: “Il progetto, iniziato nell’ottobre 2018, intende migliorare gli attuali sistemi di monitoraggio delle foreste e delle piantagioni arboree attraverso l’applicazione del sistema Tree Talker basato sulla trasmissione di informazioni ecofisiologiche degli alberi attraverso internet, in grado di fornire in tempo reale una rete di monitoraggio delle funzioni dell’albero, con rilievo a distanza delle condizioni fitosanitarie della foresta. E’ stata scelta la foresta certificata di proprietà della famiglia Margaritelli perché i suoi 146 ettari (di bosco di latifoglie spontanee, piantagioni di alberi di pregio e foresta a conifere) rappresentano un ideale luogo di sperimentazione per l’alto livello di gestione, rispetto della Natura e promozione dei servizi ecosistemi messi in atto dalla Selvamar”.
Gli “alberi parlanti” collegati all’IoT (Internet of Things) sono 30, appartenenti a diverse specie, tra cui douglasia (Pseudotsuga menziesii), pino silvestre (Pinus sylvestris), rovere (Quercus petraea), Cerro (Quercus cerris), ciliegio (Prunus avium) e sono dotati di un pacchetto di sensori per misurare diversi parametri quali i flussi d’acqua, la crescita in diametro, la quantità e la qualità del fogliame, la stabilità, la respirazione, la salute e la mortalità degli alberi in risposta a fattori umani e climatici.
Dall’ultimo rapporto IPCC pubblicato l’8 ottobre scorso è emerso che l’incremento di 1,5 °C della temperatura terrestre dovrebbe manifestarsi già a partire dal 2030, e questo dimostra che i tempi sono stretti e che è reale la necessità di dotarsi di strumenti intelligenti e veloci per monitorare i nostri boschi, concreta e solida àncora di salvataggio per il clima.
“Siamo felici di poter mettere l’innovazione al servizio della natura – aggiunge Andrea Margaritelli, presidente della Fondazione Guglielmo Giordano – per monitorare lo stato di salute di boschi e foreste. Il patrimonio che siamo chiamati a custodire come un bene prezioso per poi trasferire alle generazioni future. ”