In una Sala del Consiglio di palazzo Lepri gremita, Bevagna ha insignito il professor Giuseppe De Rita del riconoscimento di cittadino onorario. Fondatore del Censis, importante sociologo e figura di prestigio dello Svimez tra gli anni Cinquanta e Sessanta, al professore è stato riconosciuto il merito di aver coniato il neologismo “bevagnizzazione”, comparso per la prima volta nelle pagine del Corriere della Sera nel 2004, quotidiano del quale è editorialista.
Il conferimento del riconoscimento a Giuseppe De Rita è avvenuto sabato 13 maggio, con tantissime persone che non hanno voluto mancare all’appuntamento. Presenti, tra gli altri, anche l’europarlamentare Camilla Laureti e il senatore Walter Verini. Un giorno decisamente significativo per Bevagna, che ha voluto omaggiare una figura molto legata alla città, non solamente per aver coniato il termine che eleva la cittadina umbra come modello del vivere in maniera genuina, armoniosa e tranquilla.
Tratteggiando il profilo del dottor Giuseppe De Rita e ripercorrendone l’importante carriera, il sindaco di Bevagna, Annarita Falsacappa, ha anche messo in risalto l’attuale pensiero del sociologo rispetto alla situazione sociale e politica d’Italia. Nel suo intervento, il primo cittadino ha sottolineato come “il dottor Giuseppe De Rita, da attento osservatore qual è, ha colto l’essenza del paese, la semplicità austera della sua gente, la convinzione di avere le radici nel bello che germoglia nella comprensione dell’unicità del luogo, che porta ognuno ad apprezzare la vita che viviamo, tanto da credere che sia la sola vita possibile”. Il sindaco di Bevagna ha voluto inoltre ringraziare De Rita per il “gradito dono” del termine “bevagnizzazione”, un neologismo “che nessun altro borgo può vantare, che racchiude le emozioni, il gusto, l’armonia, che si colgono vivendo a Bevagna”. “Il vivere in tranquillità – ha ammonito Falsacappa – non vuol dire adagiarsi sul passato, ma esprimere la nostra capacità di creare, di inventare, di sognare”. Dalle peculiarità agricole al Mercato delle Gaite, passando al forte legame con il cinema, il sindaco Falsacappa ha messo in evidenza le tante eccellenze della città.
A rendere omaggio al dottor Giuseppe De Rita, presente alla cerimonia con alcuni familiari, anche gli assessori e i consiglieri di maggioranza e opposizione. Presenti anche Laura, Antonello e Luca Radi, figli di Leonello Radi, grande amico di De Rita con il quale ha condiviso l’esperienza dell’associazione Nemetria, di cui il neo cittadino bevanate è presidente. Apprezzando in maniera emozionata l’iniziativa dell’amministrazione comunale, la famiglia Radi è apparsa visibilmente commossa ogniqualvolta è stata ricordata la figura dell’indimenticato Leonello.
E, a ricordarlo, è stato anche lo stesso Giuseppe De Rita, una volta presa la parola. “Per quale motivo si dà una cittadinanza onoraria? – si è chiesto il dottor De Rita – Per un aspetto fondamentale, quello affettivo. Mia moglie amava moltissimo questa città – ha proseguito – e venivamo sempre per le Gaite. Anche Leonello Radi credeva molto in questo paese. Il mio attaccamento a Bevagna lo devo anche a un’amica, Maria Venturini. Abbiamo lavorato insieme negli anni Cinquanta e Sessanta, poi lei qui ha portato avanti l’associazione culturale ‘Le Mura e gli Archi’, un nome che le avevo proposto leggendo una poesia di Giacomo Leopardi”. Ma “bevagnizzazione” non significa solamente vivere in maniera tranquilla e armoniosa. Ad andare alla radice del ragionamento che ha portato De Rita a coniare questo termine è stato lo stesso professore. “Bevagna mi ha dato il senso della misura – ha detto ai presenti -. Parte del merito va alla sua collocazione geografica e al fatto che non è né una metropoli né un piccolo borgo. Ho sempre avuto l’impressione che dentro questa città ci fosse la cultura della misura. I greci giudicavano le persone dalla loro misura e la dismisura era invece un peccato. Quando è nata ‘bevagnizzazione’ era in atto un processo sociale per il quale la gente voleva vivere in una dimensione misurata, è per questo che il termine viene immediatamente dopo questa volontà da parte delle persone di voler abitare in luoghi così. Perché ‘bevagnizzazione’ non è diventata battaglia politica? – si è chiesto nuovamente il professore -. Perché ad un certo punto ha vinto la parola borgo, l’imborghesimento. Se andiamo a vedere il Pnrr, siamo pieni di bandi per i borghi. Il borgo ha colpito subito, mentre ‘bevagnizzazione’ ha un valore molto più forte, quello di stabilire un processo, anche psicologico”.
Più che un intervento di circostanza, le parole del professor Giuseppe De Rita hanno avuto il carattere di una vera e propria lezione sociologica. È anche per questo che il suo discorso è stato salutato da un lungo e caloroso applauso: tutti in piedi per omaggiare il nuovo bevanate. Poi la firma nel libro delle cittadinanze onorarie, con il professor De Rita che ha ricevuto dal Comune una targa contenente la raffigurazione di un dipinto del maestro Luigi Frappi. Anche il Mercato delle Gaite, con il podestà Giuseppe Proietti, ha voluto omaggiare il professor De Rita con un dono.