L’uovo di Colombo, per consentire ad Andrea Romizi di far quadrare i conti nella Giunta con cui affrontare il mandato bis, tra quote rosa e desiderata dei partiti premiati dalle urne, si chiama Cristina Bertinelli. L’ex assessore al Bilancio, che aveva scelto di non sottoporsi alla conta elettorale, pare destinata a riprendere in mano i conti dell’ente. Su cui, in questi cinque anni, ha fatto un lavoro poco appariscente, ma molto importante. In fondo, se la prima Giunta Romizi, quella Arlecchino, ha retto per cinque anni, è per la tenuta dei conti in un momento difficile.
Da tecnico, la scelta di Bertinelli risolve due problemi al sindaco: c’è la quarta donna che serviva e non si rompono i delicati equilibri nella coalizione. Certo, chiamando Cristina Bertinelli Romizi deve rinunciare a Matteo Grandi. Il quale, in verità, non aveva sciolto la riserva in merito ad un suo possibile incarico per gli eventi culturali, anche alla luce dei molti impegni professionali, soprattutto come autore televisivo. Senza entrare in Giunta, magari Grandi potrà avere ancora più modo di collaborare con l’Amministrazione della sua città.
A questo punto via libera a Leonardo Varasano, che aveva messo la Cultura nel mirino da tempo. Troppe incognite sull’idea di barattare un posto in Giunta, conquistato con il risultato delle urne, con una possibile candidatura alle regionali con il “Progetto” che, sulla scia della voglia di rivalsa di Pietro Laffranco, vuole dare l’assalto a Palazzo Cesaroni, spostando sull’Umbria l’opera di svuotamento di Forza Italia fatta a Perugia.
A dare il via all’effetto domino, costringendo Romizi a rivedere in parte (ma nemmeno più di tanto) le sue scelte, la decisione della Lega di puntare su due uomini: al prescelto Gianluca Tuteri, vice sindaco che potrebbe assumere le deleghe alla Scuola oltre a quelle dell’Infanzia, si affianca Luca Merli, “suggerito” al sindaco per il Personale. Con buona pace delle donne leghiste, che avevano sperato in una possibilità. Il segretario Virginio Caparvi, concluse le fatiche dei ballottaggi, ha chiuso la partita perugina. Come nelle previsioni. In tutto il dibattito sul toto-assessori del “temuto” senatore Pillon non c’è traccia.
A questo punto, l’alternativa alla soluzione Bertinelli, per Romizi, era quella di rimescolare le carte in casa Progetto Perugia, promuovendo l’ex assessore Cristiana Casaioli a dispetto del risultato delle urne. Più comodo (e sicuro) rifugiarsi in Cristina Bertinelli, anche per ridare un colpo d’ala all’immagine del sindaco che mantiene le proprie prerogative di fronte ai desiderata dei partiti. Con un altro assessore esterno alle liste da affiancare a Michele Fioroni, alla guida del superassessorato che unisce allo Sviluppo economico l’Urbanistica ereditata da Emanuele Prisco. Progetto Perugia, insieme a Varasano, conferma Lady Preferenze Edi Cicchi al Welfare e porta Otello Numerini alle Infrastrutture.
L’assist migliore a Romizi, dagli amici Prisco e Squarta (gli uomini forti del partito di Giorgia Meloni in Umbria insieme a Franco Zaffini) l’ha dato Fratelli d’Italia: due donne (con tanti uomini a fianco), con Clara Pastorelli confermata allo Sport ma questa volta da assessore e la nuova entrata Fotinì Giustozzi, che al Commercio potrà contare sul sostegno del molto attivo Mariotti.
E poi c’è la partita delle deleghe da affidare ai consiglieri, per far quadrare i conti nei rapporti con Perugia Civica (che porterà Nilo Arcudi alla guida del Consiglio comunale), la lista Blu e forze Forza Italia, che al di là del sindaco che veste sempre meno di azzurro si sente poco rappresentata.