“La figura del Giudice di Pace – afferma in una interrogazione il capogruppo dei socialisti riformisti in Provincia Enrico Bastioli – ricopre un ruolo fortemente territoriale e periferico, in quanto offre al cittadino un servizio che, anche a fronte di semplici pratiche come ad esempio una contravvenzione, non lo obbliga a grandi spostamenti e costosi iter tra i vari uffici giudiziari provinciali e regionali. Tra gli effetti restrittivi della manovra governativa di contenimento della spesa pubblica, è stato approvato quello che prevede l’accorpamento degli uffici dei giudici di pace. A conseguenza di ciò, il decreto appena approvato prevede che nella Provincia di Perugia rimarranno solo 2 sedi, con la soppressione delle sedi di Città della Pieve (che andrà sotto Orvieto), Assisi, Castiglione del Lago, Città di Castello, Foligno, Gualdo Tadino, Gubbio, Todi (sotto Perugia), Montefalco e Norcia (sotto Spoleto). Il decreto concede ai Comuni le cui sedi del Giudice di Pace verranno chiuse due mesi di tempo per trovare le risorse per far funzionare gli uffici. In quest’ottica, il Comune di Foligno, attraverso l’impegno del sindaco Mismetti e del vice sindaco Romagnoli si sta impegnando in maniera serrata e decisa per reperire le risorse necessarie affinché ai propri cittadini non venga negato questo importante servizio. L’assessore Mignini nel corso del Consiglio provinciale del 8 marzo u.s, rispondendo ad una mia interrogazione, ha ricordato come le logiche che stanno dietro a scelte governative sono oramai meramente economiche e non più dettate dalla necessità di decentrare servizi per essere più vicini ai cittadini e che questo stato di cose non può essere accettato perché frutto di un semplice calcolo ragionieristico ma non va a prevedere gli altri costi di tipo economico e sociale che subiscono i cittadini con queste scelte. Sulla base delle indicazioni emerse, la Provincia di Perugia ha iniziato un confronto con i parlamentari umbri e i Comuni interessati dai tagli per trovare un percorso comune e ha dato la disponibilità anche in termini economici, compatibilmente con quello chela Provincia può fare”. Bastioli invita quindi il Consiglio Provinciale il Presidente e la Giunta “a promuovere un percorso assieme agli enti locali, la Regione, i parlamentari umbri affinché venga abbandonata la logica oramai imperante da parte di Governo e Parlamento, del taglio indiscriminato dei servizi per risparmiare e trovare una strada alternativa che pur evitando sprechi e costi non più sostenibili al contempo non vada a colpire i cittadini e le piccole realtà comunali che in nome del risparmio e della centralizzazione forzosa di servizi, si troveranno a sostenere sempre più spese, in un circolo vizioso senza soluzione di continuità”.