Hanno approfittato anche del pubblico presente ad assistere il Palio medievale e di quello che si stava recando al museo della Castellina per l'inaugurazione della mostra archeologica voluta in ricordo di don Stefano Felicetti. La manifestazione promossa dal Comitato civico per il rilancio dell'ospedale di Norcia ha infatti coinvolto anche i numerosi passanti in piazza San Benedetto ieri pomeriggio. Tutti ad ascoltare la necessità di rivitalizzare il presidio ospedaliero, non depotenziandolo e scongiurando una sua chiusura.
A parlare per il comitato sono stati Arcangelo De Angelis, Anna Palazzo e il consigliere provinciale del Pse Lorenzo Delle Grotti.
Secondo i promotori della manifestazione il depotenziamento del nosocomio nursino ha preso il via con la soppressione del punto nascite, “fino alla mancata sostituzione di medici e specialisti andati a riposo e mai sostituiti, come è il caso dell'unico anestesista che è presente solo al momento di operazioni programmate.” A detta del comitato civico questa situazione di medici presenti su richiesta ha di fatto portato ad un abbandono dell'ospedale da parte della popolazione, che non si fida più della bontà dell'assistenza come un tempo avveniva.
“La situazione che si è creata dà adito alla direzione della Asl3 di Foligno – spiega De Angelis – di ribadire che a Norcia ci sono pochi ricoveri e quindi non si può investire oltre certi limiti anche in virtù della situazione di contingenza attuale a livello nazionale. Di fatto, il Comitato risponde che è un 'cane che si morde la coda': più si depotenzia, meno la gente frequenta il nosocomio”. E a farne le spese sono soprattutto gli anziani.
Da qui la richiesta all'Asl 3 del rispetto delle norme che regolano gli altri ospedali territoriali umbri con le stesse caratteristiche. Il Comitato ha asserito che se queste richieste venissero ancora disattese potrebbe chiedere di indire addirittura un referendum per il passaggio di Norcia dalla provincia di Perugia a quella di Ascoli Piceno. “Ciò anche in virtù del fatto che il territorio nursino da qualche anno è stato di fatto messo in secondo piano sulle priorità dalla regione Umbria, ci si ricorda della Valnerina solo con l'adeguamento dei costi regionali, ma non dei servizi”.
(sa. fra.)