A Ponte Felcino c’è un pavone che rischia di finire in gabbia, ma quasi tutti i residenti si sono mobilitati per evitare di farlo portare via. Donato al Bosco didattico, “Apollo” ha scelto la popolosa frazione perugina quale suo luogo di residenza. Ma qualcuno avrebbe segnalato l’animale, allo scopo di farlo portare via; scatenando, però, la rivolta di quasi tutti i concittadini. Che, per salvare “il pavone di Ponte Felcino”, hanno aperto una petizione su Change.org che ha raggiunto oltre 500 firme, e dato vita anche vita a un’apposita pagina Facebook.
“Apollo – spiega Stella nella petizione rivolta all’Enpa – è un pavone che si è stabilito, per sua libera decisione, in Via Maniconi a Ponte Felcino, una frazione di Perugia, intorno ad un circolo di case confinanti con il meraviglioso Bosco Didattico e con il Tevere. Nonostante la periferia di Ponte Felcino sia purtroppo famosa per ben altre presenze non di genere animale, qualcuno ha deciso piuttosto di doversi lamentare di questo splendido pavone libero, che è invece ben accetto ed apprezzato dal resto degli abitanti del quartiere”.
Nella petizione – rilanciata anche da un servizio su Rai 3 Umbria – si spiega come il pavone Apollo sia una presenza fissa oramai da un anno, senza aver arrecato danni a cose o persone e senza essere un pericolo stesso o per gli altri visto che non si avvicina alla strada trafficata, gode di ottima salute e non ha malattie, ma soprattutto “Suscita stupore e ammirazione degli abitanti e dei passanti e non ha un legittimo proprietario e quindi deve essere considerato in condizione di libertà, alla pari di tutti gli animali selvatici presenti sul territorio”.
Quindi – chiedono i 500 (per ora) firmatari – “Apollo, il pavone di Ponte Felcino, deve essere considerato bene prezioso e pubblico e come tale tutelato.Questa petizione popolare richiede alle autorità competenti di lasciare piena libertà al pavone così da condurre in libertà la propria vita lontano da una gabbia, e si pone contro ogni azione di soppressione, cattura indebita o allontanamento forzoso”.