Sarà l’Amministrazione comunale, insieme alla Parrocchia e all’Ente Giostra ad organizzare, per l’anno 2020, la 47esima edizione della Giostra dell’Arme, nel pieno rispetto delle regole che l’emergenza sanitaria in atto richiede. Una festa tutta Sangeminese, afferma l’Assessore Soli, in onore della comunità e del Santo Patrono.
Si è svolto qualche giorno fa il consiglio comunale di San Gemini nel quale uno degli argomenti più dibattuti è stato l’organizzazione dell’annuale Giostra dell’Arme, il torneo equestre che si tiene a San Gemini nel mese di Ottobre in onore del Santo Patrono Santo Gemine. Trattandosi di una festività molto attesa e amata le domande sono state molte, soprattutto riguardo al programma e alla fattibilità di organizzare un evento in sicurezza rispetto alla situazione Covid.
“Noi come Comune – ha spiegato l’assessore Soli – stiamo lavorando da mesi per onorare il Santo nel rispetto della criticità presente. Si era pensato ad una festa diversa, una festa “nostra”, di noi sangeminesi, toccando temi religiosi e comunitari.”
Una festa dunque, meno turistica e più comunitaria, rivolta soprattutto ad onorare il Santo Patrono.
Sembra però che le divergenze tra i due rioni, Rocca e Piazza, siano state invalicabili, tanto da non permettere di raggiungere l’obiettivo.
“Sono arrivato alla conclusione – ha raccontato Soli – che in alcuni momenti particolari, e questo è uno di quelli, San gemini e i sangeminesi nella sua festa e nella sua integrità sono passati in secondo ordine e sono subentrati altri interessi che sono rionali e politici”
Per Soli dunque, sarebbe venuto a mancare proprio quel senso di comunità che si sarebbe invece dovuto festeggiare, mentre hanno prevalso interessi di natura politica ed economica.
“Avremmo voluto che anche in periodo di Covid si celebrasse questo momento di grande valore. Ma i rioni si sono chiamati fuori dalla questione e hanno bocciato ogni nostra iniziativa. Spero che i rioni si ricredano. Ma ad oggi non c’è la volontà assoluta di arrivare a fine corsa.”
Le continue discussioni e l’incapacità di trovare un punto d’accordo hanno portato non solo, all’esclusione dei rioni dall’organizzazione, ma anche a continui ritardi sulla stesura del programma.
“Ci hanno preso in giro. C’era una bozza di programma che teneva perfettamente conto dell’emergenza sanitaria. Tuttavia l’aspetto Covid è stato preso come scusante per giustificare i loro vecchi conflitti (dei rioni)”.
Slitta di qualche giorno, dunque, la pubblicazione del programma relativo alla festa, anche a causa di quello che, a detta dell’assessore Soli, è stato un dietrofront improvviso da parte dei rioni.
Assicura comunque che il programma in lavorazione con la Parrocchia e l’Ente Giostra sia molto bello e assolutamente adeguato al contesto.
Non manca inoltre l’invito rivolto ai cittadini riguardo al decorare le vie e i balconi con le bandiere tipiche della festa. Una chiara rimostranza nei confronti dei rioni che si sarebbero rifiutati di “sbandierare” le varie vie e che per questo motivo “dovrebbero vergognarsi”.
A rispondere è il consigliere Gregori che ribadisce alcuni aspetti rilevanti della vicenda: “Alcune affermazioni sono un po’ ingenue. Innanzitutto definire la festa di rievocazione una festa al Santo Patrono è sbagliato. In quindici giorni si tratta solo di un momento della festa. È ingenuo anche non tener conto degli interessi economici, perché un Rione si ritrova a pagare gli affitti dei locali, le forniture e il resto.”
Un aspetto, quindi, che non può assolutamente passare in secondo piano, soprattutto in un periodo che vede l’emergenza sanitaria seguita da un’emergenza economica. Il ruolo dei rioni per l’organizzazione della festa è importante, il loro impegno negli anni non è mai mancato, ma bisogna anche comprenderne le necessità che, volenti o nolenti, sono anche di tipo economico.
Sull’argomento è infine intervenuto, dopo il Consiglio comunale, anche il Rione Piazza tramite un comunicato sulla sua pagina Facebook. Anche in questo caso il problema principale è legato non solo all’emergenza Covid, ma anche all’impossibilità di dialogo tra i due rioni, che sembrano viaggino su posizioni totalmente opposte e discordanti.
“Abbiamo confidato nella possibilità di realizzare perlomeno piccoli eventi che, oltre ad onorare i festeggiamenti patronali, avrebbero di sicuro rinvigorito il tessuto sociale ed economico della cittadina. Tuttavia, l’atteggiamento di ostilità del nostro interlocutore non è mutato, fino all’attuale rottura.”
Non una mancanza di idee e proposte, scrive il Rione Piazza, ma mancanza di disponibilità e collaborazione.
“Il gruppo manifestazioni e il Gruppo Tamburi “Lorenzo Caporali” sono disponibili ad organizzare delle piccole manifestazioni che non comportino alcun tipo di assembramento, anche sfruttando i moderni strumenti di comunicazione. A questo abbiamo aggiunto un’offerta al santo simbolica, con la presenza di pochi costumanti di entrambi rioni, nonché l’imbandieramento del paese, Quest’ultimo troppo caro a tutta la comunità per essere sacrificato.”
Tuttavia nessuna mediazione è stata possibile di fronte alle asperità della discussione, portando l’Ente ha decidere di escludere i rioni dai festeggiamenti.
Nessuna risposta invece dal Rione Rocca, anche se in fondo non appare necessaria: un comunicato ufficiale cappeggia la loro pagina Facebook già dai primi di settembre, nel quale si dichiara la volontà di non voler partecipare in alcun modo o titolo all’organizzazione della Giostra dell’Arme di quest’anno.
“Questa decisione, voce unanime del Consiglio dei Priori del Rione Rocca, non è mai mutata in questi quattro mesi e continua ad essere da noi considerata l’unica responsabile nel rispetto di quella parte di comunità che vive con preoccupazione questa situazione sanitaria e vede negli eventi pubblici una possibile minaccia.”