Tutti gli appuntamenti in programma, inclusi due dedicati a Marcella Ranzato in Paladin e Maceo Angeli
Tutto pronto ad Assisi per la serie di eventi promossi in occasione del Giorno della Memoria 2023 dal Museo della Memoria insieme al Comune di Assisi.
Oltre agli appuntamenti in biblioteca in scena fino al 31 gennaio, venerdì 27 gennaio alle ore 11 nella Sala della Spogliazione del palazzo vescovile ci sarà la consegna delle Medaglie d’Onore da parte del prefetto di Perugia Armando Gradone e con i saluti del sindaco di Assisi, Stefania Proietti, della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei e del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino.
Sabato 28 gennaio, alle ore 17 nella sala della Conciliazione del palazzo comunale “La storia di Marcella Ranzato in Paladin” raccontata dai figli Paolo e Anna Chiara. Domenica 29 gennaio in piazza del Comune, con partenza alle ore 15, il percorso alla scoperta dei luoghi assisani della Memoria (non è necessaria la prenotazione) con la visita quest’anno alla casa di Maceo Angeli e alla Basilica di San Francesco. Gli appuntamenti di gennaio si chiudono lunedì 30 alle ore 18 al teatro della Pro Civitate Christiana con il concerto “Kechì Kinnòr – Prendi il violino” con Enrico Fink e i solisti dell’Orchestra multietnica di Arezzo.
«Anche quest’anno in occasione del Giorno della Memoria 2023 – il commento di Marina Rosati, ideatrice e responsabile del ‘Museo della Memoria, Assisi 1943-194′”, realizzato dalla fondazione diocesana Opera Casa Papa Giovanni – si prevede un ricco programma di appuntamenti che non si esaurisce il 27 gennaio, giornata particolarmente sentita in quanto la Prefettura consegnerà proprio ad Assisi le Medaglie d’Onore, ma che si sviluppa anche nei prossimi mesi per dare il senso di un ricordo continuo e costante e che riguarda tutta la città. Assisi è stata infatti protagonista di una straordinaria pagina di accoglienza che ha visto tanti cittadini mobilitarsi: storie meno conosciute ma comunque importanti». Con queste parole Marina Rosati,