Ripartono le giornate del Fai d’Autunno 2025, il 11 e 12 ottobre: coinvolte oltre 350 città e paesi, con più di 700 luoghi da visitare solitamente inaccessibili. In Umbria oltre 20 luoghi nelle due province, alcune su prenotazione. “Puntiamo sulle piccole comunità che sanno proteggere i loro beni” dice Raffaele de Lutio, Presidente Regionale del Fai Umbria.
Il Fai quest’anno compie 50 anni, nata a Milano nel 1975 per volontà di Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni con Alberto Predieri e Franco Russoli e altri intellettuali con un focus sull’ambiente. La struttura ora si è rafforzata è diventata la più grande realtà no-profit italiana ed europea, capillare su tutto il territorio. L’Umbria ha una decina di presenze strutturate e ben radicate sul territorio, da Assisi a Foligno, da Perugia a Città di Castello.
Nel fine settimana di sabato 11 e domenica 12 ottobre, saranno accessibili luoghi di grande interesse in tutta Italia: dimore storiche, palazzi, chiese, giardini, siti di archeologia industriale, aree militari, collezioni d’arte, teatri, borghi e laboratori, che normalmente rimangono chiusi. “C’è curiosità da parte delle persone nel dire: che ci sarà dietro quella porta che di solito resta chiusa?” sostiene Raffaele de Liuto, Presidente Regionale del Fai Umbria. In Umbria, tra borghi medievali, chiese immerse nel verde, palazzi nobiliari e percorsi naturalistici, saranno tanti i luoghi visitabili grazie ai volontari del FAI. A Terni sono due le novità di quest’anno: il convento e scuola d’arte a La Romita e Casa Pisana a Castel Giorgio, oltre al convento di San Francesco, Palazzo Guidoni a Orvieto “importantissimo: sono beni non aperti che attirano la curiosità del pubblico” e nei dintorni Palazzo Marignoli a Spoleto.
“Apriamo quest’anno a La Romita la scuola di arte, un convento della metà del ‘500 privato, di una famiglia ternana impiantata negli Usa che, 60 anni fa, ha deciso di ospitare degli studenti americani per due settimane che seguiranno corsi di arte e anche scoprire l’Umbria in tutte le sue facce, dall’arte, all’ambiente, all’enogastronomia, per un’immersione totale nel mondo umbro” dice de Lutio. “Tra l’altro un soggiorno partirà la prossima settimana ed è qualcosa che ha una propria dimensione nota. Le fondatrici di questo e proprietarie sono due sorelle: Enza e Paola Quargniali. Ora sono i figli che portano avanti l’iniziativa“. La storia delle due sorelle è interessante: “Enza è una pittrice, era stata negli Usa da ragazza e aveva frequentato la scuola d’arte in cui aveva conosciuto il marito americano che viene ancora in Umbria e insieme hanno creato questa realtà“. Forse non tutti sanno che: “C’è un forte radicamento a Terni di arte moderna, opere importanti sono presenti nelle piazze della città“.
Le novità assolute sono ben apprezzate, si tratta di case private, pubbliche o religiose, chiuse al pubblico. “Manteniamo buoni rapporti con comuni, curie, e piccoli centri. Siamo contenti che anche i cambi di amministrazione mantengono alta l’attenzione sul Fai” de Lutio aggiunge. Con un ‘attenzione ai piccoli centri su si sta aprendo maggiormente il fai: “Anche l’apertura a Castel Giorgio rientra in questo interesse perché riteniamo possano essere nuove valvole di turismo per una maggior conoscenza dei luoghi interni. Il turismo mainstream sceglie 3/4 luoghi straordinari ma ignora che a pochi chilometri ci sono altre cose belle. E meno note“. “Vediamo che molto spesso in questi anni sono le piccole comunità locali quelle che proteggono beni, fanno manutenzione alle cappelle, a fortificazioni, anche in alta montagna“.
Per la foto del complesso La Romita, credit: @La Romita School of Art
Per le foto di Casa Pisana (Castel Giorgio), credit: @FAI Fondo Ambiente Italiano
Negli anni il Fai si è occupato di aprire e portare consapevolezza in zone tralasciate e in disuso come Papigno. Ora La Romita area conosciuta per il forte inquinamento dovuto ai fumi che provengono dall’acciaieria, anche se il convento aperto dal Fai l’11 e 12 ottobre “non ha acceso a portatori di handicap essendo un convento con cappelle trasformate in aule e il chiostro è tutto in discesa. C’è un accesso parziale, e limitazioni legate alle visite contingentate con storici d’arte“.
Il Fai, tra donazioni e contratti in comodato, ha 72 beni in Umbria, interamente restaurati e aperti al pubblico tra cui il bosco di San Francesco, “realtà bellissima anche dal punto di vista paesaggistico. C’è anche un’opera d’arte di Pistoletto nel bosco” de Lutio. “Anche con i “luoghi del cuore” si è permesso con un concorso biennale, di votare il lancio di questi beni che poi sono stati conosciuti da media e opinione pubblica“. Un caso è il Rio Grande di Amelia, un sistema idrico medievale impantanato per una serie di motivi, e “con il premio che ha vinto ha creato la cartellonistica. Anche l’attenzione dei media ha permesso a Provincia e Regione di investire per il suo recupero. E nel caso del Rio Grande di Amelia ci si è resi conto di avere a disposizione una risorsa idrica importante a disposizione in questi tempi di cambiamenti climatici“. “Il Fai funziona da catalizzatore di educazione e consapevolezza dell’opinione pubblica“.
Le due giornate più importanti del Fai sono in autunno e in primavera. Quest’ultima più seguita per il bel tempo e l’attesa che crea. “Sono giornate di piacevolezza e allegria“, e fondamentali per l’esistenza del Fai che si basa per il 97% su finanziamenti privati, donazioni e sponsorizzazioni. E la partecipazione dei 100 volontari in Umbria e migliaia in Italia è vitale, dedicando ore e giorni precedenti le giornate alla preparazione.