Ogni anno circa 1.500 aziende vengono controllate dalla USL Umbria 1 per lo studio delle esposizioni ad agenti chimici pericolosi e cancerogeni con indagini ambientali ripetute nel tempo anche al fine di monitorare i risultati di abbattimento del rischio. Parliamo di circa 6mila lavoratori esposti e oltre 1500 campionamenti ambientali. Inoltre, negli ultimi quattro anni sono state svolte 562 indagini per malattia professionale di cui 95 con risvolti giudiziari; sono stati ricercati attivamente e valutati più di 1000 tumori lavoro-correlati, in cui rientrano prevalentemente i tumori della vescica, i tumori da amianto e i tumori da polveri di legno; in generale, nell’ambito dell’attività di assistenza e monitoraggio delle azioni di sorveglianza sanitaria poste in essere dai medici competenti sono stati avviati oltre 1000 protocolli sanitari controllati. Sono questi alcuni dei dati comunicati da Giorgio Miscetti, direttore del servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, all’indomani della Giornata Mondiale sulla Sicurezza e Salute nei Luoghi di Lavoro promossa dall’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) che quest’anno pone l’accento sul rischio da esposizione ad agenti chimici nei luoghi di lavoro.
“Il progresso tecnologico e il continuo mutamento del mondo del lavoro – spiega il dottor Miscetti, direttore del servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro – è caratterizzato, tra le altre cose, dalla immissione nel mercato di un numero sempre crescente di nuove sostanze chimiche, molte delle quali cancerogene e/o mutagene. Se fino ad una decina di anni fa le sostanze classificate cancerogene dalla Comunità Economica Europea si limitavano a qualche decina, oggi si aggirano intorno a qualche centinaio. Per molte di queste, tuttavia, non è ancora ben noto il meccanismo etio-patogenetico (iniziatori/promotori) e, in alcuni casi, neanche tutti gli organi bersaglio, rendendo particolarmente difficili eventuali azioni di prevenzione e protezione, soprattutto negli ambienti di lavoro. Ciò rende ragione della particolare attenzione posta dagli organismi internazionali sulla problematica del rischio da esposizione ad agenti chimici nei luoghi di lavoro. Un’attenzione peraltro già rivolta in passato anche al fenomeno infortunistico dove, anche grazie alle attività di prevenzione istituzionali, si stanno registrando incoraggianti segni di miglioramento, con una riduzione di incidenza di eventi che nell’ultimo decennio si aggira intorno al 10%, sia a livello nazionale che su tutto il territorio aziendale. In numeri assoluti solo nell’area che comprende il Perugino, l’Assisano, il Trasimeno e la Media Valle del Tevere dai circa 6mila infortuni del 2005 siamo scesi a circa 3500 nel 2012”.
In tale contesto anche l’azienda USL Umbria 1, in linea con i piani regionali della prevenzione, ha garantito risorse ed attrezzature adeguate, dedicate alla realizzazione di molteplici azioni e iniziative con finalità conoscitive, di prevenzione e controllo.
“Le strategie poste in essere in questi anni – aggiunge il direttore generale della USL Umbria 1 Giuseppe Legato – hanno consentito l’abbattimento significativo dei livelli di esposizione ad agenti chimici pericolosi nelle aziende del territorio. Un risultato che nel tempo garantirà anche la riduzione dei danni da lavoro, comprese le patologie tumorali, oltre che un più agevole riconoscimento delle prestazioni previdenziali a favore dei lavoratori esposti”.