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Giornata della memoria: i ragazzi protagonisti. La testimonianza di Mariotti – FOTO

Oggi. Di come la shoah possa cambiare i destini di una famiglia, spezzando esistenze e intaccando il destino di chi sopravvive: è questo il tema del libro Affetti ed effetti che Daniele Finzi ha presentato a Città di Castello nella sala degli Specchi del Circolo tifernate Accademia degli Illuminati, inaugurando il programma della Giornata della Memoria. Finzi racconta la storia della sua famiglia di antica origine ebraica a partire dal carteggio tra i genitori, che in questi giorni è stato pubblicato dal Mulino con il titolo Parole trasparenti. Le vicende occupano molti decenni fino alle vicende che condussero suo padre a Tel Aviv, salvando l’autore, dalla persecuzione razziale nella quale rimasero schiacciati, ad Auschwitz, il nonno, la nonna e la zia Clara. Questo distacco non sarà mai colmato, si accentuerà con le morti, il dolore rimosso, il volontario esilio dalla propria comunità di congiunti a Trieste. Eppure, sembra dire l’autore, i Finzi sono degli italiani a tutto tondo, negli usi e nel sentimento nazionale: irredentisti, combattenti nelle guerre del regno, fascisti, almeno fino all’omicidio Matteotti, ma nel 1938 diventano, come dice la legge, indesiderabili.

L’autore ha anche sostenuto di come l’antisemitismo non sia consegnato alla storia ma mostri ancora inquietanti recrudescenze in paesi civilissimi come l’Olanda. Sulla necessità di condannare senza appello le shoah vecchie e nuove, si è parlato anche all’Auditorium di Sant’Antonio, colmo di studenti per assistere al toccante racconto di Renato Mariotti, italiano, ariano ma deportato a Mauthausen, dove ha trascorso circa due anni della sua vita e dove ha visto morire il fratello. “Fummo prelevati a Firenze, stipati in un vagone piombato e messi ai lavori forzati nelle miniere. Eravamo italiani con l’unica colpa di essere stati catturati durante un rastrellamento”. Fino a dieci anni fa la sua storia a Mauthausen era un segreto indicibile: “Sono stati i miei nipoti a farmi evocare ricordi che volevo seppellire; ed oggi a 91 anni, voglio che nessuno dimentichi l’orrore”. Insieme a Brunella Alcherigi, Renato Mariotti ha ripercorso alcune delle pagine più dolorose vissute in quegli anni, a partire da una foto in cui è ritratto mentre è costretto ad ammassare cadaveri nudi di altri prigionieri. Le crude esperienze di tifernati sono state invece al centro della ricostruzione offerta da Alvaro Tacchini, con la collaborazione di Mauro Silvestrini e Gregorio Battistoni, attraverso alcune testimonianze, dirette e in dialetto, di concittadini alle prese con la barbarie del fascismo e del nazismo. Quindi è stata la volta dei ragazzi: gli studenti del polo liceale Plinio il Giovane hanno composto e letto delle poesie, accompagnate da un sottofondo musicale e da alcune immagini. Il polo tecnico Franchetti Salviani ha prodotto un video in cui immagini di repertorio e ricostruzioni si alternavano, con i ragazzi nei panni di importanti personaggi storici – uno per tutti: Roosvelt – recitando i frangenti epocali della storia mondiale. Suggestive e molto commoventi anche le interviste a tre veterani tifernati, tra cui Pierino Monaldi, Duilio Rubechi e Giuseppe Avorio, che si sono concluse con la scritta Siamo tutti uguali sostenuta da i ragazzi del Centro di formazione G.O. Bufalini.
Alla manifestazione erano presenti l’assessorato alle Politiche scolastiche, alla Cultura e la presidenza del consiglio comunale di Città di Castello, dai quali in una nota viene espressa soddisfazione “soprattutto per l’attenzione e l’interesse con cui i giovani stanno rispondendo alle proposte su temi sensibili della nostra storia e della convivenza democratica nel nostro paese”.
Domani e domenica – Sabato 26 gennaio sarà anche rappresentato per la prima volta lo spettacolo allestito per la Giornata della Memoria e dedicato alla deportazione di Bruno Consigli, che fu prelevato dagli uffici comunali, dove lavorava come dipendente. Il titolo Era un bel mattino dell’otto agosto 1944 è tratto dalle pagine del diario che scrisse, Breve riassunto della mia vita di deportato in Germania: Mauro Silvestrini ed Enrico Paci, che curano anche l’ideazione e la regia, sono gli attori impegnati nella ricostruzione, che sarà proposta alle scuole nella mattina di sabato, e, domenica 27 gennaio, con due repliche aperte al pubblico (alle 16.00 e alle 16.30). Gli spettacolo sono corredati da una mostra allestita presso la Sala Giunta e curata dalla Cooperativa Atlante. Per assistere è necessario prenotarsi allo 0758555687, fino alle 13 di sabato 26, oppure contattare l’indirizzo biblioteca@cdcnet.net. Sempre nella mattina di sabato a partire dalle 9,30 nella sala del consiglio comunale Anpi e Spi Cgil con il patrocinio del comune propongono ai ragazzi delle scuole medie Racconti di un passato che non deve tornare con la proiezione di un filmato di Andrea Guerrini sui deportati in Austria e Germania e Marisa Borchiellini, che presenterà un lavoro su Beniamino Schivo. Inter-verranno per gli enti promotori Mario Rossetti e Anna Pacciarini, rispettivamente segre-tario della Spi Cgil e presidente dell’Anpi, Francesco Innamorati presidente dell’Anpi provinciale e Vincenzo Sgalla della Cgil provinciale.