I più lo ricordano alla conduzione dei telegiornali Rai (il Tg2 e il Tg3, dove fu anche direttore), ma Italo Moretti aveva iniziato la sua carriera giornalistica nelle redazioni di testate nella sua Perugia. Uno dei volti più noti del telegiornalismo italiano, Italo Moretti, si è spento a Roma all’età di 86 anni.
Dopo la “gavetta” nelle redazioni perugine, era entrato in Rai nel 1966, occupandosi di sport, cronaca, politica. Ma si affermò come corrispondente in America Latina, da dove raccontò le travagliate vicende di quei Paesi, tra cui in Chile il golpe di Pinochet e la morte di Salvador Allende. Fu Moretti a raccontare agli italiani il dramma dei desaparecidos argentini. Servizi che svolse senza censure, tanto che dopo il ritorno alla democrazia fu insignito dell’onorificenza dell’Ordine di Maggio dal Presidente argentino Alfonsin e in Cile dall’Ordine di Bernardo O’Higgins dal presidente Frei Ruiz-Tagle.
In Europa analizzò la Rivoluzione dei Garofani in Portogallo e la transizione verso la democrazia in Spagna.
In Italia Italo Moretti è stato insignito di numerosi premi, tra cui il Microfono d’Argento e il Premio Scarfoglio.