di Carlo Ceraso
Che gli avrà mai raccontato Giorgio Ferrara a quei pochi, selezionatissimi giornalisti che ha invitato al pranzo-conferenza insieme a Bob Wilson? Per svelare il mistero basterà leggere domattina i giornali. Quali? Quelli locali, ovviamente, di rigore la carta stampata.
Quella che, indubbiamente, è più gradita al presidente e direttore artistico del Festival.
L’ultima trovata, infatti, è stata di escludere testate on line e televisioni locali dall’incontro tenutosi insieme ad una scolaresca, che ha avuto l’occasione di poter assistere alla messa in scena di uno spettacolo che Wilson sta provando al Caio Melisso. E di incontrare sul palco il noto regista.
I ragazzi, che frequentano il corso di scenotecnica all’Istituto d’Arte, erano accompagnati dal loro insegnante, il professor Giorgio Flamini, illuminato assessore alla cultura del Comune che non perde occasione per far sporcare i ragazzi sul campo. Lui sì che è un vulcano di idee. Basta vedere come lo seguono i ragazzi nelle sue mille iniziative, l’ultima delle quali, all'Expo Scuola di Salerno, li ha visti vincere un premio nazionale.
Ferrara ha dato il suo benestare per l’incontro fra i ragazzi e il suo amico Bob, il regista che rivedremo l’anno prossimo a Spoleto (per l’occasione dirigerà anche la moglie di Ferrara, Adriana Asti).
L’iniziativa era quindi certamente degna di esser pubblicizzata. Ma il Giorgio festivaliero ha preferito ricorrere alla scelta dei figli e dei figliastri.
E così da Roma, dov’è impegnato per seguire il tour di Paolo Conte, è stato richiamato il mite Marco Guerini che si è attivato subito con le redazioni regionali. Sperando così di avere le firme più illustri del panorama regionale. Una operazione riuscita però solo a metà.
Il Giornale dell’Umbria ha inviato il vice direttore Francesco Castellini, il Corriere il capo redattore Claudio Bianconi mentre, per grazia ricevuta, Antonella Manni e Daniele Minni hanno rappresentato Il Messaggero e La Nazione. Una scappata al ristorante La Torretta, dove si mormora si è tenuto un luculliano pranzo al quale ha preso parte anche il sindaco Massimo Brunini, l’ha fatta anche Gabriella Ermini, messa in allerta chissà poi da chi. Per la vispa Gabriella, però, niente vitto. La comitiva poi si è recata al Caio Melisso dove, per un buon quarto d’ora, ha potuto assistere alle prove teatrali. Di più non è dato sapere. Neanche il nome dello spettacolo che Wilson sta preparando. Ma fra qualche ora lo sapremo dai colleghi più fortunati.
Marco Guerini, raggiunto telefonicamente da TO® mentre rientrava in treno a Roma, preso forse alla sprovvista, ha scaricato la decisione dei “singolari” inviti sullo stesso Ferrara ma, udite udite, anche sul Comune di Spoleto.
Peccato però che dal Palazzo hanno fatto sapere di non esser mai stati messi a conoscenza del pranzo-conferenza. E c’è da crederci, perchè, almeno finora, la massima istituzione cittadina non ha mai peccato nei rapporti con i cronisti. Sempre improntati sulla trasparenza e la pari dignità.
Cosa ha spinto dunque Ferrara ad operare questa discriminazione? Difficile dirlo. E pensare che lui i giornali on line li divora. Come pure i suoi più fedeli collaboratori e persino certe società collegate al Festival.
Dicono i bene informati che pochi giorni fa, entrando in una nota agenzia assicurativa fuori porta Garibaldi, accompagnato dal direttore Marco Aldo Amoruso, si sia fatto stampare un articolo di Tuttoggi.info. Quello, per la precisione, che riportava la notizia dell’audizione di Brunini di fronte ai capigruppo consiliari. Un'ultima, forse sciocca ma doverosa precisazione.
Sia chiaro, a noi di mangiar il fritto insieme a Ferrara non importa. Mangiamo tutti i giorni e ci fa persino piacere di aver contribuito, con il mancato invito, al contenimento delle spese per l'enogastronomica conferenza. Spese che, c’è da scommetterci, graveranno sulle casse pubbliche della Fondazione.
Ma di entrare quei 15’ in Teatro per vedere i ragazzi di Spoleto incontrare Bob Wilson, bè quello era un diritto che andava riconosciuto a tutta la stampa. Un fatto di rispetto. Meglio ancora, di educazione.