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Giorgia Meloni agli umbri che hanno votato a sinistra: “Non abbiate paura di cambiare”

Entra nella Sala dei Notari sulle note dell’inno di Mameli la leader nazionale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, accompagnata dal senatore Franco Zaffini e dal deputato Emanuele Prisco. Un abbraccio con il sindaco Andrea Romizi, con cui scambia qualche parola prima dell’inizio della presentazione della lista di Fratelli d’Italia alle regionali. Seduta accanto a lei, la candidata presidente Donatella Tesei. “Il volto che riscatterà l’Umbria da qui a quattro settimane” dice Zaffini. Che assicura: “Su di lei concentriamo i nostri sforzi“.

Poi Zaffini presenta i “guerrieri” della lista di Fratelli d’Italia. A cominciare dal portavoce del centrodestra in Consiglio regionale, Marco Squarta. Tutti gli altri nomi li legge in ordine alfabetico: Pietro Bellini (già sindaco di Preci, presidente del Cedrav e del Consorzio Prosciutto Igp Norcia); Paul Dongmeza (collaboratore UniStra, presidente dell’Associazione Umbria – Africa, “la più bella risposta a chi ci dice che noi siamo razzisti“); Sergio De Vincenzi (perugino di adozione, consigliere regionale uscente del Gruppo misto e padre di 9 figli, “la migliore risposta al dramma della denatalità in Umbria“); Lucia Droghetti (dipendente regionale, “una specie protetta, una delle poche che non è di sinistra“); Emanuele Fiorini (consigliere regionale uscente passato dalla Lega al Gruppo Misto, consigliere comunale di Terni, padre “nel suo piccolo” di 4 figli, dipendente Ast); Moreno Fortini (consulente commerciale presso il Consorzio agrario dell’Umbria, già coordinatore An di Assisi, dove è stato assessore, attuale capogruppo FdI in quella Assisi “spina che ci toglieremo presto“); Andrea Garbini (cresciuto nei circoli Msi, sindaco di Castel Giorgio); Angela Leonardi (già consigliere di Perugia nella lista civica, attenta ai diritti degli animali); Alessandra Leoni (avvocato folignate); Manuel Maraghelli (risiede a Monte Santa Maria in Tiberina, manager d’azienda, già in An e Pdl, fondatore della lista civica Tiferno Insieme che appoggia FdI, “propedeutico a riportare Città di Castello tra le città ben amministrate dal centrodestra“); Eleonora Pace (segretario provinciale FdI di Terni, “frutto del nostro vivaio“, vice presidente del Consiglio comunale di Narni); Raffaella Pagliochini (avvocato civilista e mediatrice familiare tuderte, presidente del Consiglio comunale di Todi); Cecilia Passeri (eugubina, ingegnere e poetessa, arbitro di calcio “non la fate arrabbiare”); Elena Proietti (assessore allo Sport della Giunta comunale di Terni “dove abbiamo schierato il meglio del partito”); Gianluigi Rosi (angiologo perugino, per 10 anni a capo della Circoscrizione); Elda Rossi (anche lei di Tiferno Insieme ed esponente di Umbria Next, insegnante di lettere); Michela Sciurpa (imprenditrice, già candidata “degnissima” alle europee); Sara Spezzi (avvocato, già sindaco di Acquasparta, competente “nell’era di Di Maio“); Pietro Valentini Marano (medico veterinario, di Amelia, viene da Msi e An).

Prisco attacca gli avverari: “Mascherano dietro la faccia di un bravo imprenditore un accordo impresentabile, con il M5s che fa il vassallo per mantenere il Pd al governo della Regione”. “L’Umbria ha urgente bisogno di cambiare se vuole ripartire e ricostruire il suo futuro” ribadisce Donatella Tesei.

Quindi l’intervento di Giorgia Meloni, tra scenari politici nazionali e situazione umbra. La leader di FdI elogia la composizione della lista (“da soli abbiamo ripopolato l’Umbria“, scherza) per le competenze messe in campo dal partito. Si dice “ottimista” dopo aver visto l’ultimo sondaggio (8,9% a livello nazionale). “E l’Umbria può fare ancora meglio” aggiunge.

Quanto alla situazione nazionale, attacca le mosse che vanificano il voto degli elettori: “La sovranità appartiene al popolo” ricorda citando l’art. 1 della Costituzione. Invita il Presidente Mattarella a non firmare una eventuale legge sulla concessione automatica della cittadinanza italiana.

Quindi le stoccate agli avversari: “Pd e M5s in Umbria si mettono insieme perché sono deboli e si nascondono dietro un candidato civico ammettendo di essere impresentabili. Perché lo sanno che sono impresentabili“. Cercando di prendere ancora il voto di chi “in buona fede” ha votato a sinistra. E a loro dice: “Non abbiate paura di cambiare“.