“Ho urlato dalla finestra, mi hanno minacciato e detto di rientrare in casa. In 5 minuti hanno fatto tutto e se ne sono andati, dalle 2.02 alle 2.07”. E’ Giuliana Tomasini, titolare della gioielleria Tomasini Francia devastata dai ladri nella notte tra lunedì e martedì, a raccontare quanto avvenuto. “Erano in 4, a volto coperto, – ha ripercorso martedì mattina, mentre i carabinieri vagliavano ogni possibile traccia lasciata dai malviventi – prima hanno segato il cancelletto, poi l’hanno assicurato ad una fune legata ad un’auto ed hanno tirato. Si è sentita una botta enorme, in tutta casa, ma anche in tutta la zona”. Giuliana, infatti, abita proprio sopra la gioielleria, con le finestre che danno sul lato di corso Garibaldi.
I malviventi sono entrati in azione con una Fiat Punto poi risultata rubata: dopo aver tirato il cancello che protegge il negozio, con l’auto in retromarcia hanno sfondato la porta a vetri d’ingresso e la vetrina. “Sono praticamente entrati dentro con la macchina” ha raccontato la donna. A quel punto è scattato anche l’allarme della gioielleria, mentre venivano chiamate le forze dell’ordine. Tutto in una manciata di minuti, “dalle 2.02 alle 2.07″ ha specificato.
La proprietaria ed il figlio si sono affacciati dalla finestra, così come alcuni residenti nelle case limitrofe. “Ho urlato e loro mi hanno minacciato di rientrare in casa”. E dopo aver arraffato quanti più gioielli possibili – “hanno portato via non poco” ha commentato Giuliana Tomasini – sono saliti a bordo di un’altra auto con cui erano arrivati in Borgo, di grossa cilindrata e presumibilmente anche quella rubata, lasciando la Punto utilizzata come ariete sul posto. Auto che – dopo i rilievi dei carabinieri della Compagnia di Spoleto coordinati dal capitano Teresa Messore e del Reparto investigazioni scientifiche di Perugia che sono andati avanti per tutta la notte e proseguiti fino alla tarda mattinata di martedì – è poi stata rimossa e posta sotto sequestro. Così come è stata sequestrata la corda utilizzata dai malviventi per tirar via l’inferriata del negozio.
Per la gioielleria – che è anche rivenditore ufficiale di orologi di lusso, ai quali forse miravano i ladri – è il terzo colpo in meno di 20 anni. Gli anziani proprietari furono rapinati nel 2007: dei rapitori si introdussero in casa, picchiandoli e minacciandoli per farsi aprire il negozio. Poi un paio di anni dopo un’altra rapina mentre la gioielleria era aperta, con proprietari e dipendenti che vennero minacciati e derubati. Adesso questo nuovo assalto, un furto il cui bottino è ancora in corso di quantificazione ma che si pensa superi i 100mila euro visto il valore della merce asportata.
Al vaglio degli inquirenti ora ci sono alcuni video privati. Uno scattato da uno dei residenti che ha assistito alla scena e che è riuscito a riprendere in parte i malviventi in azione, subito fornito ai carabinieri. E poi si cercano elementi utili dalla videosorveglianza dei negozi di corso Garibaldi. Tra i commercianti, tra l’altro, nella giornata di martedì c’era chi parlava di una persona sospetta vista aggirarsi sabato scorso lungo la via, mentre riprendeva con il cellulare le telecamere presenti in Borgo. Un sopralluogo prima del colpo o un episodio che non c’entra nulla? Saranno le forze dell’ordine ad accertarlo, visto che tale individuo è stato immortalato da uno dei negozianti insospettito.
I carabinieri non potranno invece avvalersi della videosorveglianza pubblica: le telecamere del Comune di Spoleto nella zona sono infatti spente da anni. In attesa che vada in porto il nuovo progetto di videosorveglianza integrata che si è di recente aggiudicato dei finanziamenti ministeriali. Proprio un paio di settimane fa la nuova dirigente della polizia locale aveva fatto il punto su di esso, che prevede due differenti step. Il primo porterà infatti all’adeguamento delle vecchie telecamere esistenti in città, “di contesto”, utilizzate solitamente per prevenire gli atti vandalici, controllare eventuali furbetti dei rifiuti etc; mentre il secondo vedrà l’installazione di un sistema di videosorveglianza che interessi anche le zone più periferiche del territorio comunale, controllando le vie d’accesso e con un sistema di lettura delle targhe per individuare veicoli sospetti. Un sistema che in occasione del colpo in gioielleria avrebbe potuto essere particolarmente utile ma di cui gli inquirenti dovranno fare a meno.