Continua il testa a testa tra Comune di Perugia e Regione sul servizio di mobilità notturna in città con gli autobus Gimo. Dopo gli ultimi incontri avvenuti tra le parti interessate, al termine della fase di sperimentazione, utili a comprendere se il servizio potrà essere rinnovato, anche il Comune dice la sua, attraverso le parole dell’assessore alla mobilità Cristiana Casaioli. “Sono molte le inesattezze che ho letto in questi giorni riguardo al servizio di mobilità notturna “Gimo” – afferma Casaioli in una sua nota – sulle quali intendo aprire una riflessione più ampia, al di là di eventuali strumentalizzazione politiche che se ne stanno facendo“.
“Il punto non è tanto l’aggiunta di una linea di mobilità notturna, quanto, piuttosto, la necessità di una politica più strutturata da parte di Regione e Comune che parta dalla volontà di considerare Perugia non solo quale capoluogo di regione ma anche come città universitaria con più di 25.000 iscritti all’anno, per arrivare a rivedere, da parte della Giunta regionale stessa, i parametri del fondo trasporti. Attualmente nei criteri di ripartizione del fondo non vi è nessun riferimento alla popolazione degli studenti dell’Università degli studi di Perugia, dell’Università per Stranieri e di tutte le Istituzioni di alta formazione che non sono considerati quali parametro dei servizi minimi garantiti. Come se la presenza o meno di questi studenti non modificasse le effettive necessità di mobilità della città. Correggere questa incongruenza significherebbe, per il Comune, avere gli strumenti per ridisegnare la mobilità cittadina anche in funzione delle esigenze degli studenti universitari, permetterebbe alla città di fare un grande balzo in avanti anche in termini di accoglienza e di servizi agli studenti universitari e di poter migliorare la qualità della vita dei ragazzi che studiano alle nostre Università e di essere un volano economico e culturale per la città. Su questo si dovrebbe basare il confronto serio tra le istituzioni per il futuro stesso della città e noi siamo disponibili a fare la nostra parte. Considerare la mobilità studentesca – così come il Minimetrò e gli altri servizi di mobilità alternativa, che trasportano oltre 12 milioni di persone l’anno – tra i servizi minimi e rivedere di conseguenza le ripartizioni del fondo trasporti in base a questi nuovi criteri permetterebbe di superare la paradossale situazione per cui Perugia gode, attualmente, di cofinanziamenti al 60% circa a valere sul fondo trasporti regionale – e se considerassimo anche la mobilità alternativa scenderemmo a circa il 40% – quando tutti gli altri comuni ricevono mediamente l’85% delle loro necessità, nonché di ridisegnare la mobilità della città in maniera più adeguata a rispondere alle esigenze di tutti i cittadini”.
Dalla Regione – Affermazioni che di certo aggiungono un tassello in più, dopo che ieri pomeriggio, durante la presentazione degli ordini del giorno da inserire all’interno dell’assestamento di bilancio della giunta regionale, è passata la proposta dei consiglieri del Partito Democratico Giacomo Leonelli e Carla Casciari proprio sul Gimo. Entrambi i consiglieri avevano già espresso il loro punto di vista sulla mobilità notturna, battendosi affinché il servizio venisse rinnovato. Nello specifico, con l’atto presentato ieri la Giunta regionale si è impegnata “ad inoltrare immediata e formale richiesta al Comune di Perugia affinché venga attivato il servizio “GIMO” (Giovani In Mobilità) e inserito nell’ambito del Piano Urbano di Mobilità, con l’impegno da parte della Giunta regionale a compartecipare alle spese relative”. Casciari e Leonelli hanno poi sollecitato un impegno analogo da parte del Comune di Perugia.
Udu -Sinistra Universitaria ha poi risposto alle parole dell’assessore Casaioli, con una nota inviata in serata. “Dinnanzi alle nostre richieste di risposte certe – scrivono – abbiamo ricevuto l’ennesimo rifiuto da un’Amministrazione decisa a mettere i contrasti con la Regione prima del benessere di quei cittadini, di quegli studenti che a parole vorrebbero favorire. Il pretesto della mobilità notturna per ottenere una diversa suddivisione del Tpl può essere un punto di discussione; tuttavia, riteniamo schizofrenico l’atteggiamento del Comune che da un lato lamenta la mancanza della componente studentesca tra i criteri di ripartizione ed allo stesso tempo si adduce questa motivazione per poi negare loro un servizio indispensabile. Ancora una volta in tutto ciò è assente qualsivoglia visione della Città da parte di chi l’amministra. La richiesta di ulteriori fondi è un pretesto che a dir poco assurdo: proprio ieri la Regione si è impegnata a garantire una copertura per il servizio, in un’ottica di cofinanziamento. Se il Comune è a corto di fondi, una scusa che viene ormai propinata da anni, ci viene da chiedere come improvvisamente siano stati trovati quelli necessari per l’apertura notturna del minimetro. Tutto ciò, ci auguriamo, dovrà essere oggetto di confronto serio nella terza Commissione comunale convocata per il giorno 31 luglio, a cui siamo stati invitati insieme ad Università ed ADiSU. Non siamo disposti ad accettare questo continuo boicottaggio, tutti gli altri partner del progetto Gimo si sono assunti le proprie responsabilità ed i propri impegni; per questo noi continueremo ad incalzare l’Amministrazione comunale, portando avanti gli interessi di una comunità che è più ampia della popolazione studentesca universitaria. In attesa di una presa di posizione da parte del sindaco Romizi, il quale non può non prendere posizione. Dica espressamente se condivide le scelte del suo Assessore e la sua mancanza di volontà nel dare risposta alla cittadinanza che ripone fiducia nella ripartenza del servizio, ricordando come fino a tre anni fa lui stesso chiedeva la mobilità notturna”.
Dagli studenti – “Come Sinistra Universitaria Udu Perugia e Rete degli Studenti Medi Perugia – hanno infine commentato gli studenti – esprimiamo soddisfazione per l’appoggio della Regione Umbria nel percorso del progetto di Gimo, facendo un importante e significativo segnale di apertura nei confronti del Comune. La Regione ha infatti deciso di portare avanti questa iniziativa seppur la materia non sia di sua piena competenza bensì del Comune, dimostrando di avere una visione politica della Città e dei servizi indispensabili per la collettività che chi amministra la città non è in grado di avere. A ciò si aggiunge un articolo uscito su varie testate d’informazione che riporta la posizione di totale adesione alla richiesta di rinnovo da parte dell’Università degli Studi di Perugia, ribadendo forte auspicio affinché le istituzioni locali possano attivare e stabilizzare definitivamente il servizio.L’appoggio dell’Ateneo è la dimostrazione che la mobilità notturna non è interesse solo di un’associazione, come vorrebbero far credere alcuni, ma è un bisogno sentito dall’intera comunità studentesca. Davanti a queste prese di posizione da parte dei partner del progetto Gimo, il Comune non può più tirarsi indietro né barricarsi nella solita storia della mancanza di fondi disponibili per il finanziamento. A tal riguardo ci aspettiamo un confronto serio nella Commissione comunale convocata su iniziativa del consigliere Bori per Lunedì 31 luglio a cui siamo stati invitati come ospiti insieme alla Presidente del Cds Martina Domina, il Garante Dario Sattarinia, il Delegato del Rettore prof.Federico Rossi ed il Mobility manager dell’Università dott.Massimo Lacquaniti. Regione ed Università hanno deciso di impegnarsi ed assumersi le proprie responsabilità al fine di permettere la ripresa a breve di un servizio stabile e complessivo di mobilità notturna. Pretendiamo che in questa situazione eccezionale anche il Comune faccia la sua parte: non è più accettabile che l’Amministrazione comunale continui a boicottare il raggiungimento di un accordo tra le istituzioni e si limiti in un secondo momento solo a chiedere fondi. L’Assessore Casaioli alla fine dell’ultimo tavolo ha detto di voler tenere il silenzio stampa; invece, noi chiediamo con forza risposte su quale sarà l’atteggiamento del Comune dopo queste ultime iniziative di apertura. Ai cittadini costretti ad assistere al disinteresse nei loro confronti l’Amministrazione dovrà rispondere delle sue responsabilità politiche e della totale mancanza di visione della Città”.
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Articolo aggiornato ore 21.17