Gubbio e Gualdo

Giardini piccoli “Un Autogrill in mezzo a Gubbio”, insorge comitato “Grigio prevale su verde, intervento incivile”

Un accorato appello arriva dal comitato spontaneo “Il Barone Rampante”, che da anni si batte per la salvaguardia dei giardini pubblici e del patrimonio storico-paesaggistico di Gubbio. La lettera aperta, rivolta all’attuale amministrazione comunale, denuncia i “danni subiti dagli storici giardini ottocenteschi di piazza del Mercato – da sempre chiamati “Giardini piccoli” – e la discutibile riqualificazione della piazza Quaranta Martiri”.

Ma le polemiche arrivano in modo trasversale e anche i cittadini insorgono: “Il giardino piccolo è stato ridotto a 3 aiuole, 4 alberi in croce, tolto tutto il resto. – scrive un cittadino sui social – Non più i caratteristici vialetti, non più siepi, non più i cordoli in travertino spugnoso, non più la fontanella. Un autogrill in mezzo a Gubbio. Una vergogna“.

I giardini piccoli, progettati a fine ‘800 da Carlo Sereni di Senigallia, rappresentavano una raffinata interpretazione romantica all’italiana. Con siepi curate, alberelli ornamentali, fontane in pietra spugna e dettagli che riproducevano il Giardino grande in scala ridotta. “Negli ultimi decenni, però, – aggiunge il comitato – il degrado ha preso il sopravvento: alberi abbattuti senza sostituzione, incuria dilagante e mancanza di manutenzione hanno trasformato l’area. Il danno enorme è che in un giardino la superficie del verde deve essere preponderante rispetto al resto. Qui si è verificato il contrario! In ogni caso si tratta di un intervento complessivo che reputiamo incivile – continua il Barone Rampante – I responsabili sono politici, tecnici comunali, progettisti, direttori dei lavori e soprintendenza. Da noi la terra è stata sepolta per sempre sotto metri di cemento e pietra serena.

Le recenti opere, finanziate in parte con fondi del Pnrr, sono definite dal comitato un esempio di “riqualificazione scellerata. Invece di restaurare e valorizzare il progetto originale, si è optato per interventi invasivi che hanno stravolto la fisionomia del luogo: dalla riduzione del verde, aiuole trasformate in semplici delimitazioni in acciaio corten, pesanti e poco eleganti, che privano il giardino del suo equilibrio naturale, all’eccesso di pavimentazione, con l’uso massiccio di cemento e pietra serena ha ridotto ulteriormente gli spazi verdi, contribuendo al surriscaldamento estivo della piazza e peggiorando la qualità dell’ambiente urbano, fino all’alterazione delle Logge, il nuovo livello del piano stradale appiattisce la percezione architettonica delle colonne, compromettendo l’equilibrio visivo e il valore storico del luogo”.

Il risultato – sostiene il Barone Rampante – è una piazza che somiglia sempre più ad uno spazio freddo e impersonale, simile ad un’area aeroportuale. La perdita del verde non è solo estetica ma anche funzionale, considerando l’importanza di superfici permeabili per contrastare il riscaldamento climatico”. Il comitato esorta di fatto l’amministrazione a non ripetere gli stessi errori nel Giardino grande, chiedendo un approccio diverso: “Restaurare con rispetto e umiltà, ripristinando essenze e geometrie originali senza cedere alla ‘teologia della spesa’ che antepone il budget a bellezza e sostenibilità. Fermatevi conclude la lettera – Ve lo chiedono buon senso, bellezza e leggi che tutelano il nostro meraviglioso paesaggio“.