All’indomani dei clamorosi sviluppi riguardanti la vicenda giudiziaria che vede coinvolta Sogepu (presunti favoritismi sotto tangente per far partecipare società al bando per la gestione rifiuti) – con l’avviso di arresto per l’ex amministratore unico Cristian Goracci e altri due imprenditori – non sono tardate ad arrivare le prime reazioni politiche.
I consiglieri comunali di opposizione Elda Rossi e Riccardo Leveque (Fd’I), Andrea Lignani Marchesani (Castello Civica) e Tommaso Campagni (FI) hanno evidenziato come le tesi della Procura di Perugia, “ipotizzano situazioni che vanno ben oltre quanto supposto dai sottoscritti in passato: non abbiamo mai associato le consulenze dell’allora Amministratore alla corruzione, bensì ad un caso limite di inopportunità. Oggi la richiesta di arresto per gli ex amministratori delle società che hanno costituito l’ATI (Associazione Temporanea d’Imprese) per la gara dei rifiuti, certifica una situazione drammatica per l’etica pubblica“.
“La giustizia – aggiungono – farà il suo corso e noi rimaniamo garantisti: ma una cosa è il diritto, un’altra è l’etica pubblica. L’attuale sindaco Luca Secondi e l’attuale Presidente del Consiglio comunale Luciano Bacchetta ricoprivano all’epoca (i fatti si sarebbero svolti tra il 2015 e il 2022, ndr) rispettivamente i ruoli di vicesindaco e primo cittadino. Se poi tutto questo è passato sopra le loro teste, senza che se ne accorgessero, siamo in una clamorosa situazione di una politica disattenta e ostaggio di altri poteri. Il sindaco deve rispondere nel merito su questa squallida vicenda. Anche perché quest’ultimo ha avuto tra i finanziatori certificati della sua campagna elettorale proprio gli indagati, il Dottor Cristian Goracci e Massimiliano Nebbiai di OMN Componenti”.
E la risposta del sindaco Secondi non è tardata ad arrivare, esprimendo in primis “piena fiducia nella magistratura” e auspicando che “le persone coinvolte possano chiarire la loro posizione”. “Ovviamente – ha aggiunto – l’interesse del Comune tifernate e dei Comuni soci è rivolto alla tutela della società Sogepu e dell’affidamento della gara in oggetto. Preso atto delle carte che saranno rese note, dunque, ci sarà una azione da parte di Comune e Sogepu a tutela degli interessi pubblici, unicamente proiettata a tutelare l’interesse della società stessa e della gara, perché questo è l’interesse pubblico da perseguire in questa vicenda e tutti gli atti consequenziali che ne deriveranno saranno applicati“.
“E’ stata proprio questa amministrazione a volere una trasformazione della governance di Sogepu – sottolinea Secondi – andando a nominare un Cda invece che un amministratore unico. Il controllo amministrativo tecnico e interno della azienda è demandato agli organi competenti, uno dei quali è praticamente composto da professionisti stimati, membri afferenti più o meno direttamente ad una parte politica ben riconoscibile. Riguardo poi alla nota di “colore” espressa dal centrodestra con particolare riferimento ai miei atti di finanziamento della campagna elettorale, tengo a precisare che questi sono pubblici, trasparenti ed estremamente esigui e nulla hanno in correlazione con le vicende in oggetto: non c’è nulla da dover giustificare”.
Sulla vicenda è intervenuto infine anche l’attuale Cda di Sogepu, che esprime anch’esso “piena fiducia nell’operato della magistratura, con l’auspicio che la vicenda venga pienamente chiarita”. Il consiglio di amministrazione, in carica dal giugno del 2023, attende di “conoscere nel dettaglio gli aspetti oggetto dell’inchiesta” e valuterà gli “opportuni provvedimenti a tutela degli interessi della società e a garanzia della sua attività”.
Va ricordato che i tre indagati – per i quali la Procura ha richiesto i domiciliari – dovranno comparire domani (giovedì 19 settembre) davanti alla gip Natalia Giubilei per il contraddittorio anticipato sulle accuse (come previsto dalla nuova normativa. La vicenda è il primo caso in Italia con “avviso di arresto”, procedura introdotta dall’ultima riforma della giustizia che prevede per alcuni reati (come appunto quello di corruzione) l’obbligo di interrogare l’indagato prima di decidere sull’applicazione della misura cautelare.