Il futuro della farmacia comunale potrebbe chiamarsi Afas. L’amministrazione comunale sta infatti valutando la possibilità di affidare in gestione il servizio e sta dunque guardandosi intorno, comunque con l’obiettivo di “mantenere un servizio socialmente determinante ed economicamente vantaggioso, come quello della farmacia comunale”.
L’analisi
Il “dossier” farmacia è inserito all’interno del Dup, il documento unico di programmazione 2018-2020, che sarà all’esame del consiglio comunale il prossimo 6 marzo. La riflessione sul futuro della struttura municipale parte da una considerazione: la dotazione organica della farmacia comunale “prevede 3 collaboratrici farmaciste categoria D3 full time e una unità di personale a tempo determinate con scadenza 31 marzo 2018. Nel corso del 2018 – è scritto nel Dup – si avrà il pensionamento della direttrice della farmacia e di una farmacista; le vigenti norme sui limiti di spesa del personale escludono la possibilità di effettuare assunzioni sia a tempo indeterminato che a tempo determinato per la sostituzione del personale pensionato. Il nostro futuro, quindi, ci vedrà di fronte ad una scelta, ponderata ed impegnativa”.
Le ipotesi sul tavolo
Data la premessa, le “scelte sono quasi obbligate”. E comunque, il bivio è stretto. Ci si potrebbe infatti rivolgere al mercato e “vendere la intera struttura aziendale”. “La soluzione, da un lato, avrebbe degli indiscutibili vantaggi economici – si dice nel documento – ma dall’altro, priverebbe il Comune di un assett produttivo strategico”. Per questo si stanno valutando i contorni di un possibile “piano B”. Ovvero “mantenere la proprietà aziendale”, affidando però “la gestione ad un soggetto esterno, che possa offrirci i benefici economici del servizio e, nello stesso tempo, risolvere i problemi gestionali” connessi alle difficoltà del personale. Una ipotesi questa che appare come “la strada preferibile, nella consapevolezza, inoltre, che sarebbe preferibile optare per la gestione comunque pubblica del servizio”.
L’identikit
Posto che dunque affidare la gestione mantenendo la proprietà del servizio potrebbe essere la scelta migliore, si sta lavorando ora per individuare un potenziale partner. “Considerato che l’articolo 15 della legge 241/90 prevede l’accordo tra le pubbliche amministrazioni quale strumento per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune – è scritto nel Dup – si è ipotizzato di stipulare un accordo di collaborazione con una amministrazione che già possegga una azienda municipalizzata per la gestione della farmacia comunale. Ciò consentirà di garantire e potenziare il servizio pubblico e, al contempo, garantire all’ente la possibilità di detenere la titolarità della farmacia comunale”.
E fra le ipotesi sul tappeto c’è quella di coinvolgere nel progetto l’Azienda speciale farmacie (Afas) del Comune di Perugia che ha già 11 sedi proprie nel capoluogo di regione e due sedi in gestione per conto dei Comuni di Città della Pieve e Marsciano.