Un sistema davvero intricato di società vere ed altre fittizie, che con un giro di finte fatture aveva permesso a 31 persone di evadere il fisco per 20 milioni di euro, su transazioni dal valore complessivo di 100 milioni di euro.
Sono stati tutti denunciati per associazione a delinquere, finalizzata “all'emissione ed all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, all'omessa ed infedele dichiarazione dei redditi e dell'i.v.a. e all'occultamento di scritture contabili” i 31 soggetti ritenuto coinvolto nel meccanismo che vedeva la partecipazione di ben 34 società.
Il sistema roteava intorno a delle false fatture emesse da delle società “cartiere”, ovvero ditte individuali e società di capitali totalmente prive di strutture organizzative, utilizzate da altre società per evadere il fisco nelle proprie reali operazioni.
Il sistema multimilionario è stato scoperto dopo un lunghissimo periodo di indagini da parte della Guardia di Finanza di Perugia, fatto di intercettazioni telefoniche, perquisizioni delegate, indagini finanziarie e testimonianze di alcuni indagati o di persone informate. A far saltare il velo sulla macchina da evasione, una ditta individuale che si occupava di “studi di promozione pubblicitaria”, finita nel mirino dei finanzieri per una transazione sospetta che ha dato origine all'indagine.
Secondo la Gdf, i 31 avevano messo in piedi “un meccanismo fraudolento finalizzato a consentire a terzi l’utilizzo di fatture emesse per operazioni inesistenti, relative prevalentemente a sponsorizzazioni o riprese video riguardanti competizioni sportive nel settore automobilistico e motociclistico a livello nazionale ed internazionale (campionato clio cup, mondiale WTCC, WRC e Rally, motociclistico mini gp)”.
La Gdf ha eseguito l'arresto dei sei ideatori del sistema di frode e denunciato gli altri 25, constatando anche delle violazioni alla normativa sui limiti all'utilizzo del contante, violata per un importo di circa 600 mila euro. (fda)