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GAZEBO FOTOVOLTAICI: CRESCONO I NUMERI DEI PRESUNTI TRUFFATI, PROCURE DI MEZZA ITALIA INDAGANO SULLA VICENDA. RICHIESTO INTERVENTO DI ABI E CONSOB

Francesco De Augustinis

Quasi 400 persone coinvolte in Umbria, dove la vicenda ha avuto origine. E 1454 comuni o soggetti istituzionali (come le Comunità Montane) coinvolti in tutta Italia, ognuno dei quali vanta la triste media di 10 cittadini finiti nei guai, con punte di alcune centinaia in un solo comune (come i 180 di Frosinone).

Sono numeri da capogiro quelli snocciolati nei giorni scorsi dal presidente di Federconsumatori Umbria Alessandro Petruzzi, in un faccia a faccia durato circa due ore con un gruppo di umbri coinvolti nella presunta truffa delle pensiline e dei gazebo fotovoltaici (leggi). Numeri da prendere con le molle, in considerazione delle difficoltà a fare una stima esatta dei contratti stipulati dalla società in tutta Italia, ma che danno il polso di una vicenda che assume una dimensione davvero notevole, con un giro d'affari che potrebbe toccare vette da diversi milioni di euro. Dati che ovviamente si contrappongono a quegli impianti che sono stati invece correttamente realizzati e allacciati.

FINANZIARIE Mentre alcune procure in Umbria e nel resto del Paese stanno facendo luce sul reale operato di Ener e di Energesco, dopo le tantissime denunce civili e penali pervenute dai cittadini ai quali gli impianti non sono mai stati realizzati, il fronte su cui si muove la battaglia della Federconsumatori è quello delle finanziarie coinvolte, con l'obbiettivo di ottenere il completo annullamento dei contratti di finanziamento stipulati dai cittadini per un importo di 22 mila euro circa ciascuno. Finora hanno ottenuto una sospensione (provvisoria) delle rate da 358 euro, ma potrebbero in alcuni casi essere finiti nelle black list dei “cattivi pagatori”.

Secondo Petruzzi le finanziarie che risultano coinvolte nella vicenda risultano oggi quattro, le spagnole Santander e Bbva, la Fiditalia e Prestitempo (quest'ultima parte della Deutsche Bank).

Il nodo da sciogliere per ottenere l'annullamento dei finanziamenti sta nel collegamento contrattuale con la realizzazione – mai avvenuta – degli impianti. Al momento della stipula, infatti, i singoli clienti di Energesco hanno firmato (in genere dentro le sedi istituzionali che sostenevano l'iniziativa) due differenti contratti, uno direttamente con la finanziaria per il “prestito” e un altro, semplice scrittura privata che poi è risultata mai registrata, con la Energesco, che prevedeva che la società di Frosinone avrebbe corrisposto tutte le rate, contestualmente all'attivazione dell'impianto.

“Bbva Finanzia ha regolarmente liquidato alla Energesco tutti gli importi relativi alle richieste di finanziamento accettate; è esclusivamente la citata società, invece, ad essersi resa inadempiente rispetto ai numerosi obblighi”, ha scritto nei giorni scorsi la finanziaria spagnola in un comunicato (leggi), in cui ha detto che “definirà ogni specifica condizione contrattuale”, in attesa di una verifica della situazione di ogni singolo cliente e “degli accertamenti giudiziali” sulla vicenda.
ASSOCIAZIONI BANCARIE Il comunicato della Bbva, secondo quanto riferito da Petruzzi, è stato nei giorni scorsi inoltrato alla Assofin, organismo di categoria delle società finanziarie, e da questa a tutti gli associati in Italia, per mettere freno alla presentazione di nuovi progetti, che fino a poche settimane fa venivano presentati in nuovi comuni d'Italia. La Federconsumatori sta tentando attualmente di coinvolgere anche l'Abi e la Consob, che sono state messe al corrente della vicenda, e con cui l'associazione che rappresenta alcuni dei clienti di Energesco in varie parti d'Italia vuole giungere a un arbitrato per risolvere la diatriba con le finanziarie.

RESPONSABILITA' POLITICHE E ISTITUZIONALI Da quanto emerso nella riunione di ieri, in attesa che si concludano le indagini avviate dalle Procure per appurare eventuali responsabilità di Ener ed Energesco nella vicenda, l'associazione ha annunciato che andrà fino in fondo perché tutti i soggetti coinvolti rispondano direttamente delle proprie responsabilità.

“Ogni comune o istituzione prima di fare un bando pubblico, deve obbigatoriamente chiedere una fidejussione. Perché in questo caso non è stato fatto?”, chiede Petruzzi, che ha più volte sottolineato in passato come l'Energesco fosse una Srl con soli 10 mila euro di capitale sociale. “Federconsumatori vuole dimostrare la responsibilità delle istituzioni. Per fare il bando dovevano pretendere le garanzie”.

Il presidente della Federconsumatori ha detto anche che l'associazione vuole fare chiarezza sui motivi che hanno portato il ministero dell'Ambiente, forse senza sufficienti verifiche, a patrocinare l'iniziativa (leggi), molla che potrebbe aver fatto scattare in molti casi la cieca fiducia dei piccoli comuni sul progetto. A questo proposito, ha annunciato Petruzzi, ci sarà nei prossimi giorni un'interrogazione in Parlamento.

Infine alcuni dei clienti presenti hanno voluto sottolineare che “come assemblea, non siamo rimasti per niente soddisfatti della risposta di Rometti”, facendo riferimento alla replica all'interrogazione di alcuni consiglieri Pd in consiglio regionale, in cui l'assessore aveva riepilogato la vicenda, sottolieando però che “la Regione Umbria non ha competenze specifiche né strumenti per intervenire direttamente”.

“La comunità montana (dei Monti Martani, Serano e Subasio, che ha patrocinato l'iniziativa, ndr) è un loro ente”, hanno detto i clienti Energesco. “Non possono esimersi dall'assumersi le responsabilità”. La comunità montana, allo stato attuale della vicenda, si è dichiarata ennesima vittima della vicenda e ha ingaggiato un avvocato per tutelare se stessa e la propria immagine.

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