Prendendo spunto da una recente pagina pubblicitaria della Snam, il consigliere regionale Orfeo Goracci torna a chiedere alla Regione Umbria un impegno contro il progetto di tracciato che porterebbe il gasdotto Brindisi-Minerbio ad attraversare il territorio regionale. La Snam, infatti, illustra i suoi progetti futuri con lo slogan: “Oggi Snam aspira a giocare da protagonista la partita internazionale del gas creando un hub nel sud Europa…. che può contribuire a trasformare l'Italia, da semplice Paese di consumo, in un crocevia delle rotte internazionali del gas”. Per Goracci “è evidente che quanti si ostinano a sostenere che il gasdotto serve ad implementare la rete di distribuzione nazionale non possono più mascherarsi dietro ipocrisie e falsità”. “Il gasdotto Brindisi-Minerbio è pensato e progettato solo per fare gli interessi della Snam, trasformando l'Italia in un terminal per i suoi affari. Ne prenda definitivamente atto anche la Regione Umbria ed agisca di conseguenza, come sta tentando di fare la Regione Abruzzo”. Per Goracci è dunque “evidente che quanti si ostinano a sostenere che il gasdotto serva ad implementare la rete di distribuzione nazionale non possono più mascherarsi dietro ipocrisie e falsità. Il gasdotto Brindisi-Minerbio – osserva il consigliere regionale – il cui tracciato è da anni messo in discussione da cittadini associazioni, Comuni, Province, Enti locali, Regione Abruzzo e Commissione parlamentare, è un progetto funzionale esclusivamente agli affari della Snam. Serve a portare gas naturale, proveniente da est e da sud rispetto al bacino mediterraneo, al nord Europa. Non a caso i partner di Snam sono aziende nord europee, dominanti il mercato del petrolio e del gas in quell'area”. “Per la Snam l'Italia – aggiunge ancora Orfeo Goracci – è una piattaforma, un pontile nel Mediterraneo. Lungo le sue coste dovranno essere costruiti 5/8 rigassificatori. Vi giungono i gasdotti esistenti e vi giungeranno quelli ancora in progetto dal nord Africa e dall'est europeo. Poi, per il business servono i tubi, per trasportare il gas al nord e venderlo ad imprese e cittadini di quei Paesi. Da anni ci chiediamo e chiediamo, da ultimo alla Regione Umbria, perché dovremmo sacrificare il patrimonio naturale regionale, il nostro petrolio che è il paesaggio, l'ambiente incontaminato, l'economia derivante da coltivazioni di pregio, il turismo di qualità che è alimentato da questo tesoro naturale, per assecondare un'operazione esclusivamente commerciale che non produrrebbe nessuna ricaduta positiva sulle comunità interessate. Ci opponiamo alla realizzazione del gasdotto sull'Appennino umbro-marchigiano – conclude – non perché siamo nostalgici amanti della natura che ostacolano il progresso, ma semplicemente perché i costi che vengono richiesti ai territori ed alle comunità dell'Umbria non sono ripagati da alcun beneficio né sono immaginabili forme di compensazione adeguate”.
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Ale.Chi.