”Risulta quanto mai urgente che la Regione dia seguito alla mozione approvata l’11 dicembre 2012, impegnandosi a ricercare soluzioni alternative al tracciato per il gasdotto Brindisi-Minerbio. Sono passati quasi due anni dall’approvazione, senza alcun voto contrario, della nostra mozione, ma non si hanno ancora notizie su quanto la Regione ha fatto per chiedere la revisione del progetto e chiedere conto dei motivi per cui non si stiano prendendo in esame auspicabili soluzioni alternative”. Con queste parole Oliviero Dottorini, consigliere regionale e presidente di Umbria migliore, annuncia di aver presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere conto del rispetto degli impegni contenuti nella mozione finalizzata alla revisione del tracciato del gasdotto Brindisi-Minerbio che attraverserà l’Umbria nei comuni compresi nella fascia appenninica, zone dall’alto pregio naturalistico e paesaggistico.
“Il Governo – spiega Dottorini – pare intenzionato a procedere nella realizzazione del gasdotto che, è bene ricordare, attraverserà per 120 chilometri i territori di Cascia, Norcia, Preci, Sellano, Foligno, Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Gubbio, Pietralunga e Città di Castello, intersecando numerosi corsi d’acqua, aree naturali protette, siti di importanza comunitaria e zone di protezione speciale come il Parco nazionale dei Monti Sibillini, i Boschi del bacino di Gubbio, il fiume Topino e i boschi di Pietralunga. Occorre quindi che la Giunta dia immediatamente seguito al dispositivo che ha visto il voto quasi unanime del Consiglio regionale e che intraprenda tutte le azioni possibili presso il Ministero competente e la Snam Rete Gas al fine di verificare la possibilità di revisione del progetto, chiedendo altresì conto dei motivi per cui non si stiano prendendo in esame auspicabili soluzioni alternative, anche in considerazione di corridoi infrastrutturali già esistenti. Il primo passo da fare è quello di istituire un tavolo tra tutti i soggetti interessati al fine di individuare una soluzione alternativa alla dorsale appenninica per il metanodotto”.
“Adesso – conclude Dottorini – ci aspettiamo una rapida risposta dalla Giunta, non solo per una questione di rispetto istituzionale, ma sopratutto per rendere giustizia ai tanti cittadini che si sono riuniti nei comitati e che da anni portano avanti una battaglia per la salvaguardia dell’ambiente e la sicurezza del territorio regionale”.
Anche il consigliere regionale Orfeo Goracci (Comunista umbro), è intervuto, con preoccupazione, in merito alla questione. Assicura la sua “convinta” adesione all’appello rivolto alla politica, specie a quella nazionale, dal Comitato ‘No Tubo’, “dopo le pesanti dichiarazioni e gli ancor più gravi atti prodotti dal Governo Renzi”. Goracci, dopo aver evidenziato che il decreto ‘Sviluppo’ varato dal Governo “pregiudica irreparabilmente questioni strategiche e di principio fondamentali, a partire dalla tutela dell’assetto idrogeologico”, invita la Regione a “mettere in atto ogni sforzo per bloccare l’iter dell’opera, riprendendo anche un confronto utile a tutelare il futuro dei nostri territori e delle nostre popolazioni”.
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