Avrebbe intascato il canone Rai dalle famiglie ma non lo riversava all’Erario, così come avrebbe evaso altre imposte, per oltre 5 milioni di euro. Nei guai è finita un’azienda che si occupa di gas ed energia che ha sede legale nel Perugino. Si tratterebbe di una società che avrebbe capitale interamente privato.
I funzionari dell’Agenzia delle dogane di Terni e di Perugia hanno quindi denunciato a piede libero, alla Procura della Repubblica di Perugia, i due responsabili dell’azienda che rivendeva gas naturale ed energia elettrica in tutto il territorio italiano. Si tratta di un umbro e di un marchigiano.
L’attività di controllo è partita dopo alcune verifiche informatiche effettuate dai funzionari delle Dogane di Terni che hanno così determinato l’avvio di un’ispezione presso la sede della società da parte dei colleghi di Perugia.
A seguito degli accertamenti, è risultato che l’azienda in questione ha omesso, nel biennio 2019- 2020, versamenti IVA per circa 3,5 milioni di euro, pagamenti di accisa sul gas naturale e sull’energia elettrica, rispettivamente per circa 1,3 milioni e circa 800 mila euro (di cui 117 mila per le forniture di gas e quasi 370 mila per quelle di energia elettrica nella regione Umbria).
L’evasione dell’IVA – ricorda l’agenzia delle Dogane – costituisce illecito penale come stabilito dall’art. 10ter del D.Lgs. 74/2000 che prevede la reclusione da “sei mesi a due anni per chi non versa…l’imposta sul valore aggiunto dovuta in base alla dichiarazione annuale…”. Come pure l’evasione dell’accisa sul gas naturale, situazione prevista dall’art. 40, comma 1, lettera b) del Testo Unico delle Accise che prevede “la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa dal doppio al decuplo dell’imposta evasa, non inferiore in ogni caso a 7.746 euro, per chiunque…sottrae con qualsiasi mezzo i prodotti energetici, compreso il gas naturale, all’accertamento o al pagamento dell’accisa”.
Per quanto riguarda l’evasione delle accise sull’energia elettrica, che costituisce illecito amministrativo, sarà invece elevata dall’ADM di Perugia la sanzione prevista dalla vigente normativa che consiste nel pagamento da 2 a 10 volte dell’importo evaso; nella fattispecie da un minimo di 1,6 milioni di euro a un massimo di circa 8 milioni.
Dalla verifica in loco e dai riscontri contabili si è, inoltre, evidenziato che l’azienda non riversava il canone televisivo Rai, regolarmente richiesto in fattura all’utenza, per un importo complessivo che sfiora gli 80mila euro.
Anche tale situazione è stata segnalata all’Autorità giudiziaria profilandosi l’ipotesi di reato di appropriazione indebita.