Le gare d’appalto per i servizi socio sanitari della Usl Umbria 2 fa discutere. Scatta la richiesta di audizione, da parte del consigliere regionale Andrea Fora (Patto civico) dell’assessore Coletto, del direttore di Usl 2 Massimo De Fino e di Piero Carsili, direttore amministrativo in III commissione.
L’obiettivo della richiesta è di conoscere nel dettaglio le motivazioni tecniche e giuridiche attraverso le quali la USL2 “ha definito procedure, criteri di valutazione e modalità tecniche nella elaborazione della gara in corso relativa all’affidamento dei servizi socio-sanitari e se intenda, alla luce delle osservazioni prodotte e rilevate anche dalle centrali cooperative, valutare una modificazione delle procedure in corso”.
Fora precisa che “oggetto dell’audizione richiesta dovrebbero essere due procedure: la Procedura ristretta per l’affidamento dei Servizi di Trasporto non sanitario e di collegamento tra le strutture e i servizi dell’Azienda USL UMBRIA 2 – suddiviso in 2 lotti – numero gara 5837905 e la Gara in corso avviata per la gestione dei servizi sociosanitari dall’Azienda USL2. In particolare – spiega Fora – desta molta preoccupazione la procedura in corso pubblicata nei giorni scorsi per la gestione di tutti i servizi sociosanitari sino ad ora gestiti dalla cooperazione sociale in tutta la provincia di Terni e nei territori di Spoleto, Foligno e Valnerina. La gara, che coinvolge 1.200 lavoratori, presenta numerosi elementi critici che avranno un impatto sulla qualità dei servizi, sulla continuità degli stessi e sui diritti dei lavoratori sociali, come evidenziato anche dalle Centrali Cooperative nei giorni scorsi. In primo luogo, l’importo a base d’asta sembrerebbe porsi in contrasto con quanto previsto dalla normativa regionale e configurarsi come gara al massimo ribasso. Inoltre, la durata della procedura di gara in oggetto è di soli sei mesi, rinnovabili per ulteriori sei mesi. Quindi con questa gara, che coinvolge 1.200 lavoratori e migliaia di cittadini utenti la USL 2 introduce una prassi che produrrà nel prossimo anno la rotazione di centinaia di lavoratori sociali compromettendo il rapporto che si instaura nel tempo tra le famiglie e gli operatori stessi”.
Andrea Fora ritiene infine “inutile evidenziare quanto sia fondamentale che le Amministrazioni Pubbliche sottopongano ad attento controllo e verifica le procedure tramite le quali vengono affidati i servizi sociosanitari, trattandosi di servizi alla persona, per i quali è ancor più importante, rispetto ad altri servizi o acquisto di forniture, verificare la qualità dei servizi stessi erogati alla cittadinanza e alle persone fragili. Ritengo altresì pleonastico – conclude – evidenziare quanto sia fondamentale verificare la qualità del trattamento dei lavoratori coinvolti, il rispetto dei contratti nazionali di lavoro, delle procedure legate alla sicurezza del lavoro, delle tutele minime funzionali a garantire una qualità e una dignità del lavoro e dell’occupazione stessa”.
All’attacco anche il capogruppo Pd Bori. “Il lavoro è un diritto tutelato a livello costituzionale, ma dovrebbe essere un’attività dignitosa, in grado di assicurare ai lavoratori qualità della vita e un’esistenza libera. Per questo riteniamo una scelta grave la gara per la gestione dei servizi socio sanitari pubblicata da Usl Umbria 2, con numerosi elementi critici che impatteranno, oltre che sulla qualità dei servizi, anche sui lavoratori”, dice Tommaso Bori, “in accordo con i segretari e gli amministratori del Partito democratico del territorio”, in merito alla gara indetta da Usl 2.
“Ritengo sia un grave errore – spiega Bori – permettere la pubblicazione di una gara al massimo ribasso, senza un’attenta valutazione alla qualità delle imprese e senza richiedere un progetto tecnico organizzativo dei servizi che dovranno essere gestiti. Non c’è obbligo di sopralluogo nei luoghi di erogazione e, cosa altrettanto grave, siamo in presenza di una gara, che riguarderà un territorio amplissimo come tutto il Ternano, l’Orvietano, la Valle umbra e la Valnerina, e che durerà solo sei mesi. Riteniamo inopportuna la superficialità con cui ci si approccia ad un argomento tanto importante che riguarda lavoratori impegnati nel servizio alle persone fragili, che vengono così messi in seria difficoltà da questi provvedimenti”.
“Le istituzioni devono intervenire – prosegue Tommaso Bori – per garantire la qualità dei servizi e per tutelare 1.200 lavoratori che, negli ultimi 18 mesi, hanno portato avanti i servizi in una fase difficilissima come quella della pandemia. In questo modo si rischia di compromettere il rapporto di fiducia che si instaura tra famiglie e operatori per una gara formalmente corretta ma che, in realtà, non assicura la tutela necessaria. Chiediamo quindi di valutare ogni provvedimento utile al fine di sanare questa grave situazione”.
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