Terni

Gare, bandi brevi o al massimo ribasso per la gestione dei centri antiviolenza: associazioni in piazza a Narni

“I centri antiviolenza della nostra Regione sono a rischio”: la RU2020 – Rete Umbra per l’autodeterminazione ha organizzato, per sabato 20 aprile, un presidio che si terrà alle ore 10.30 in Piazza dei Priori, a Narni.

“Chi affida la gestione delle strutture con gare di appalto, bandi brevi o al massimo ribasso, come a Terni e a Narni, non prende in considerazione la specificità dei centri, l’esperienza e la professionalità maturata dalle associazioni femministe e laiche che li gestiscono da anni”, dichiara la Rete Umbra per l’autodeterminazione, composta dalla maggior parte delle associazioni femministe dell’Umbria . “In questo modo sono favorite organizzazioni più grandi e con maggiori disponibilità economiche, ma minori competenze specifiche, probabilmente maggiormente specializzate nei vari settori delle politiche sociali, ma non in quelli che riguardano la violenza contro le donne”.

Il ruolo delle associazioni femministe nella costruzione del sistema di accoglienza e la Legge n.14 del 25 novembre 2016

“In Umbria, fino al 2014, non esistevano centri antiviolenza residenziali”, aggiunge. “In dieci anni le associazioni femminili e femministe umbre hanno costruito, anche in collaborazione con le istituzioni locali, un sistema di accoglienza e ospitalità che oggi consta di 13 centri antiviolenza, di case di emergenza-urgenza, di case rifugio a indirizzo segreto, di strutture di semiautonomia”.

“Nel 2016, dunque, la Regione Umbria, con la Legge n. 14 del 25 novembre 2016, ha disposto che i servizi antiviolenza fossero gestiti da associazioni e organizzazioni di donne che, con competenze specifiche, mirassero alla prevenzione e al contrasto della violenza”.

La gara di appalto a Terni

“Fino al 2021, in Umbria, le associazioni femminili hanno collaborato alla costruzione, dal nulla e con risorse contingentate, di un sistema integrato di accoglienza e ospitalità per donne e minori altamente qualificato, con operatrici specializzate che hanno maturato esperienza durante i tirocini nei Centri Antiviolenza accreditati dalla Regione. Nel 2021, però, il Comune di Terni, dopo sette anni di gestione dei servizi antiviolenza da parte di un’associazione femminista, ha indetto una gara di appalto utilizzando il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, trascurando l’importanza dei centri antiviolenza”.

Da qui la protesta di tutte le associazioni, “non essendo la gara d’appalto al ribasso lo strumento adatto ad assegnare servizi di questa natura”.

Non è possibile cancellare il ruolo delle associazioni femminili e femministe

“La gara è stata vinta da un’associazione di stampo cattolico, senza alcun coinvolgimento delle associazioni che si occupano di contrasto alla violenza di genere sul territorio. Nel 2024, poi, la stessa associazione, nell’avviso di coprogettazione del Comune di Narni per la gestione dei servizi antiviolenza ha ottenuto un punteggio superiore a quello del Forum Donne Amelia, associazione femminista che nella zona sociale 11 ha avviato i servizi antiviolenza”.

Non è possibile cancellare il ruolo delle associazioni femminili e femministe che hanno costruito questi luoghi con anni di sacrifici e lotte. Queste associazioni da sempre lavorano per promuovere il cambiamento sociale e culturale, indispensabile per contrastare la violenza sulle donne”.

Di Lernia: “I nostri servizi non sono come altri”

“Negli anni abbiamo stretto rapporti, abbiamo sviluppato competenze: i nostri non sono servizi come altri”, dichiara Teresa Di Lernia, vicepresidente del Forum Donne Amelia, “Dal 1 luglio lavoriamo in proroga; non è possibile svolgere queste attività con le proroghe: le donne non sono pacchi, con loro instauriamo rapporti di fiducia. Le Amministrazioni devono essere più sensibili“.