Alessia Chiriatti
Un'elezione non c'è ancora stata, nonostante l'abbassamento del quorum: l'Umbria perciò non ha ancora il suo garante dei detenuti, ossia l'autorità terza di nomina politico-ragionale che fa da raccordo tra le istituzioni tutte e i detenuti. In Umbria sono dieci i candidati, di cui uno è il Professor Stefano Anastasia, anche osservatore dell'Associazione Antigone, e l'altro il Professor Fiorio, il quale ha ottenuto più voti nell'ultima votazione. Tra critiche, tra cui quella del consigliere regionale Nevi (FI) che aveva parlato di cambiamento nell'elezione attraverso l'abbassamento del quorum utile alla Regione solo a “spartirsi le poltrone a spese della collettività”, e la proposta di Stufara (Prc-FdS), Locchi (Pd), Dottorini (Idv) e Mariotti (Pd), alla fine l'assemblea regionale aveva votato il 30 gennaio la modifica della proposta della legge, contro cui avevano votato Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Fratelli d'Italia e Unione di centro. L'idea è quella di mirare ad “evitare una situazione di stallo che provocherebbe l'inefficacia della legge stessa, con la presente proposta di legge regionale si intende prevedere che, nel caso dopo la terza votazione non si sia raggiunta la maggioranza dei 2/3 richiesta, la designazione possa avvenire anche con la maggioranza assoluta dei Consiglieri regionali assegnati, a partire dalla quarta votazione”. La maggioranza qualificata prevista dalla legge del 2006, infatti, “se da un lato garantisce la massima condivisione nell'individuazione del Garante, potrebbe comportare la difficoltà di pervenire alla designazione, nel caso risultasse impossibile addivenire ad un accordo”.
L'assemblea – Così i radicali si sono incontrati oggi nella Sala Fiume per cercare di fare pressing riguardo all'aelezione. Dei dieci invitati però erano presenti solo in quattro, tra cui appunto Anastasia e Fiorio. Nel pubblico, anche il consigliere Orfeo Goracci, il quale ha in parte portato la sua esperienza quando, il giorno di San Valentino di due anni fa, fu condotto nel carcere di Capanne.
Le carceri – Dall'incontro è anche emersa la situazione della Casa Circondariale del Carcere di Capanne, “caratterizzato, per quanto riguarda le sezioni maschili, da un elevato numero di uscite e di ingressi dallo stesso, il che comporta notevoli difficoltà organizzative a causa del notevole turn over che caratterizza l’istituto (nell’ultimo anno 1353 ingressi e 1300 uscite). All’interno sia delle sezioni maschili che di quella femminile sono presenti circa 14 diverse etnie, con notevoli problemi di gestione. Gli ingressi si aggirano tra le 70 donne e 540 uomini, a fronte di una capienza regolamentare di 450. Sono presenti sia detenuti in attesa di giudizio che imputati, appellanti e ricorrenti, che definitivi con condanne di medio-breve periodo. Nella sezione femminile vi sono detenute con condanne medio-lunghe. Gli stranieri sono il 70% dei detenuti, sia tra le donne che tra gli uomini.
Legge Fini-Giovanardi – Anastasia ha poi accennato, data la contingenza della notizia, all'incostituzionalità della Fini-Giovanardi: a livello nazionale l'incidenza sarebbe di 10mila detenuti che si vedrebbero aprire le sbarre del carcere, con un'incidenza in Umbria di alcune centinaia di persone.
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