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GAITE 2010, STEFANO DI STASIO REALIZZERA' IL PALIO

La capacità attrattiva delle Gaite ha fatto l’ennesimo miracolo, coinvolgendo uno dei massimi esponenti del panorama artistico italiano: Stefano Di Stasio.E’ lui l’artista che dipingerà, offrendolo in dono, il palio 2010 del Mercato delle Gaite di Bevagna.“Quando Di Stasio mi è stato presentato da Antonio Carlo Ponti –racconta il podestà Giovanni Picuti- eravamo nella magnifica piazza di Bevagna e ho capito immediatamente che il maestro si sarebbe innamorato della nostra manifestazione. Egli ha addirittura voluto indossare i panni dell’epoca, partecipando alla cena in costume organizzata dalla Gaita Santa Maria. Si è seduto al tavolo, ci ha fatto molte domande e ha seguito i rituali della cena medievale fino a tarda notte. Se me mi avessero detto che il maestro avrebbe donato il palio al Mercato delle Gaite mentre ero intento a rimirare la sua celebre opera esposta presso il Centro Italiano di Arte Contemporanea “L’autoritratto dopo Cristo” avrei pensato ad uno scherzo. Oggi invece tutto questo è realtà, perché egli è già al lavoro e presto ci consegnerà il palio. Credo che questa mia presidenza non poteva iniziare meglio. Un grazie anche al critico d’arte Carlo Antonio Ponti, che ha permesso tutto ciò e che entra a far parte dell’organizzazione del mercato delle Gaite a pieno merito. CurriculumStefano Di Stasio è nato a Napoli nel 1948. Vive e lavora a Roma.Va annoverato tra gli artisti fondamentali dell’Anacronismo e tra i protagonisti indiscussi di quel ritorno alla pittura che ha caratterizzato gli ultimi venti anni del Ventesimo Secolo. Ha ultimato nel 2005 un importantissimo ciclo pittorico per la chiesa di Santa Maria della Pace a Terni, progetto di Paolo Portoghesi. È stato presente con sala personale alle Biennali di Venezia del 1984 e del 1995. Ha partecipato alla XI, XII, XIII Quadriennale Nazionale D’Arte di Roma. Sue opere sono presenti nella Collezione del Ministero degli Esteri. Nel 2004-2005, su incarico del Senato della Repubblica Italiana, ha realizzato il ritratto di Amintore Fanfani per la collezione permanente in Palazzo Madama a Roma. CriticaAgli inizi degli anni '80, intorno alla figura del gallerista Plinio De Martis, si verifica nell'arte italiana un fenomeno di ritorno alla pittura, che era stata spodestata dalla nuova tendenza dell'arte concettuale e informale ad escludere il quadro tradizionale dai mezzi propri di un'arte contemporanea. Di Stasio è uno dei protagonisti di questo ritorno, dichiarato da alcuni anacronistico. Bisogna stare attenti, però, a classificare questo fenomeno. Questa strada si dirige verso una linea che sì, in un certo senso guarda al passato, ma si rivela pienamente inserita nella contemporaneità , senza d'altra parte essere etichettata come neo espressionista, o quant'altre classificazioni simili. Egli è stato tacciato di “citazionismo”, ma non è così : non si rifà pedissequamente al passato, ma piuttosto vi si riferisce per “umilmente studiare, non per citare”. In una intervista a Luciano Mariucci egli stesso dice che il suo gesto era inizialmente mirato a scandalizzare, ma in seguito divenne un vero e proprio indirizzo.Ha la dote di saper presentare drammi antichi in veste moderna, drammi dal carattere visionario. La sua peculiarità è quella di creare delle situazioni decisamente ermetiche, in cui ogni elemento ha il suo significato, ma questo è impenetrabile anche ad un occhio attento e vigile. Il contesto è surreale: vi sono corpi che entrano in un tavolo, al chiaro di luna di una stanza chiusa; rocce che sorgono in una casa; interni che si aprono al paesaggio come una tenda decorata da fiori. La sua componente metafisica si esplica nei suoi continui scenari cittadini, nella trattazione degli interni, ma soprattutto in un modo particolare di intendere la pittura: in maniera non decifrabile.Il suo continuo riferimento alla musica e al teatro gli deriva dalla situazione familiare: il padre era cantante d'opera, il fratello attore. La sua ricerca è quella di riuscire a comunicare nell'arte figurativa come nella musica, facendo sì che le figure siano segni in un libero fluire; è questa la manifestazione di una volontà artistica pensata e che soprattutto scaturisce da un'operazione interna molto profonda. Con la maturità, da composizioni affollate si passa a dipinti di pochi personaggi, ma di grande risonanza poetica.La maggior parte dei suoi personaggi sono autoritratti ; è come se contemporaneamente alla ricerca pittorica egli stesse cercando se stesso. I paesaggi periferici popolati da poche figure che ritroviamo nei suoi ultimi dipinti, non sono altro che la sua propria ricerca di una periferia dell'anima, come egli stesso dice. Per cui aspettiamo fiduciosi nel vedere dove lo porterà questa doppia strada che corre su binari paralleli.[Catalogo della mostra “Di Stasio dallo psicodramma al monologo”, Roma, 1999.]