ANSO fa rete e oggi raccoglie una storia di solidarietà che merita essere raccontata. Perché parla di impegno, di fare, di riuscire. Perché ha bisogno di sostegno. Perché il protagonista è un bambino di 10 mesi: Gais, già alla sua terza vita. Perché “Chi salva una vita, salva il mondo intero” [Talmud]
Di seguito il racconto e l’appello di Paolo Pergolizzi, direttore delle testate Quotidiani Online, in Emilia Romagna, associate ANSO:
“Non comprate troppi pannolini per il bimbo, perché probabilmente non sopravviverà a lungo”. E’ cominciata con questa diagnosi la storia di Gais, un bambino di Aleppo, di 10 mesi, nato sotto le bombe che ha avuto la sfortuna prima di venire colpito a una mano da un proiettile a soli 45 giorni mentre dormiva nella sua casa di Aleppo e poi, una volta guarito miracolosamente da una setticemia che poteva ucciderlo, di vedersi diagnosticare una grave forma di leucemia.
Gais, con il suo sorriso meraviglioso, è sopravvissuto due volte: ai proiettili dei cecchini e all’infezione. Ma ora deve combattere la sfida più difficile, quella contro la leucemia. Questo piccino ha avuto la fortuna di imbattersi nei volontari di Time4life international, associazione guidata dall’avvocato modenese Elisa Fangareggi, che operava nel campo profughi di Bab al Salam, al confine fra la Turchia e la Siria, dove la madre di Gais, Amira, è andata, con il figlio in fin di vita, per cercare aiuto. Caparbiamente la 33enne emiliana ha preso in custodia il bimbo che la madre, Amira, le ha consegnato e, dopo mesi di lavoro e di fatica, prima è riuscita a farlo curare dai medici di Gaziantep e poi, dopo mille vicissitudini, a portare in Italia 5 persone dalla Siria, madre, padre, Gais e le due sorelline di tre e dieci anni, prive di passaporto, in modo assolutamente legale.
Il lasciapassare e l’arrivo in Italia – E così, con un lasciapassare internazionale e visto italiano temporaneo, Gais, mamma, papà e le due sorelline sono atterrate domenica 13 luglio a Bologna. Da quel giorno la famiglia del piccino vive a Modena e Gais è ricoverato nel centro oncologico pediatrico dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. La famiglia ha chiesto e, molto probabilmente lo otterrà, l’asilo politico.
Il padre di Gais, che è a Modena con la famiglia mentre la moglie Amira è a Roma con Gais, racconta di come era la vita ad Aleppo: “Viviamo da tre anni pieni di paura nelle nostre case con gli aerei che ci bombardano e pregando di passare la notte vivi. Spero di tornare nel mio paese, ma la situazione è veramente grave. Questa non è vita. Non riesco a togliermi dalla testa, di notte, il rumore degli aerei che bombardano la città”.
L’impegno di Elisa – Il giovane avvocato, invece, ricorda il primo momento in cui ha visto Gais: “L’ho amato dal primo istante in cui l’ho visto, non dimenticherò mai gli occhi disperati di Amira che chiedevano aiuto per il suo bambino appena nato. Ricordo i mesi in cui non si riusciva a ad avere una diagnosi certa, e poi quella terribile sentenza di morte come un pugnale nello stomaco. Ora che è qui in Italia non posso fare a meno di ringraziare tutte quelle persone che si stanno prendendo cura di noi, che non ci lasciano mai soli. Voglio bene a questo bimbo come se fosse figlio mio, e un poco è come se lo fosse diventato, questo piccolo dal sorriso così speciale. Lui in special modo ma anche tutti i bimbi profughi che incontro per strada a Kilis, o quelli al campo profughi, o quelli poverissimi della casa dei parti a Chinandega in Nicaragua. Non c’è giornata che non si chiuda senza che io abbia pensato a loro, a cosa posso fare per aiutarli e rendere la loro vita più dignitosa”.
Una speranza a Roma – Il piccino a Roma è stato sottoposto ad una serie di accertamenti clinici: ecografie, raggi X, analisi del sangue a nastro, prelievi di midollo e biopsie osteomidollare e gli esiti hanno confermato quanto ventilato dalla struttura turca: Gais ha una malattia genetica molto rara e grave, curabile solo con il trapianto di midollo osseo. Sono stati allora sottoposti a tipizzazione e indagine anche i familiari, nella speranza che ci sia compatibilità.
Finalmente dopo un mese dal ricovero è arrivata la buona notizia: il padre è compatibile con la donazione di midollo osseo e il trapianto dovrebbe avvenire alla fine di agsoto. L’intervento sarà effettuato al Bambino Gesù, con una equipe medica speciale e, considerata l’età di Gais, si tratta di un intervento veramente speciale. La storia di Gais non ha quindi ancora un lieto fine. Bisognerà attendere l’esito dell’operazione.
Serve aiuto – Se volete dare un aiuto alla famiglia per pagare l’alloggio a Roma, il pranzo, la merenda, l’acqua, le piccole spese che ogni giorno sono necessarie potete farlo ricaricando in qualunque tabaccheria o in posta la postepay n. 4023 6006 5801 3034 intestata a Elisa Fangareggi (c.f. FNGLSE80S46B819E), questa carta è ad uso esclusivo della famiglia di Gais, e le spese da effettuare vengono concordate con i volontari presenti in ospedale.