Gabriele Corsi e la malattia del padre: "Dite alle persone importanti che le amate" - Tuttoggi.info

Gabriele Corsi e la malattia del padre: “Dite alle persone importanti che le amate”

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Gabriele Corsi e la malattia del padre: “Dite alle persone importanti che le amate”

Dom, 29/09/2024 - 21:02

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(Adnkronos) - "Dite alle persone importanti che le amate, non c’è tempo per aspettare". Gabriele Corsi ospite di Francesca Fialdini a 'Da Noi a Ruota Libera' su Rai 1 in veste di scrittore, parla a cuore aperto. "Mi rendo conto che ci sono molti stereotipi intorno alla salute mentale, la malattia mentale fa paura”, dice presentando il suo 'Che bella Giornata, speriamo che non piova' (Cairo editore). "È una storia di pazzia, memoria perduta, memoria ritrovata: questo libro parla del mio anno da obiettore di coscienza in una struttura che ospitava pazienti con problemi psichiatrici. Oggi quell’esperienza torna davanti alla malattia degenerativa di mio padre”. 

E confessa: “L’uomo che sono adesso è il frutto di quella esperienza e di questa condizione di mio padre ora: ho cominciato a piangere troppo tardi, ho capito che bisogna dire alle persone care che le amiamo”. 

Quindi saluta il pubblico con le lacrime agli occhi: “Mi sono reso conto che con mio padre ci siamo detti moltissime cose in questi silenzi. Vorremmo vivere tutta la vita la sensazione di essere al sicuro con i nostri genitori, ma poi si cresce. Sono fiero di mio padre. Si è dimesso perché non voleva partecipare alla produzioni di armi, una scelta etica potentissima; io spero sempre di poter seguire il suo esempio”. 

(Adnkronos) – “Dite alle persone importanti che le amate, non c’è tempo per aspettare”. Gabriele Corsi ospite di Francesca Fialdini a ‘Da Noi a Ruota Libera’ su Rai 1 in veste di scrittore, parla a cuore aperto. “Mi rendo conto che ci sono molti stereotipi intorno alla salute mentale, la malattia mentale fa paura”, dice presentando il suo ‘Che bella Giornata, speriamo che non piova’ (Cairo editore). “È una storia di pazzia, memoria perduta, memoria ritrovata: questo libro parla del mio anno da obiettore di coscienza in una struttura che ospitava pazienti con problemi psichiatrici. Oggi quell’esperienza torna davanti alla malattia degenerativa di mio padre”. 

E confessa: “L’uomo che sono adesso è il frutto di quella esperienza e di questa condizione di mio padre ora: ho cominciato a piangere troppo tardi, ho capito che bisogna dire alle persone care che le amiamo”. 

Quindi saluta il pubblico con le lacrime agli occhi: “Mi sono reso conto che con mio padre ci siamo detti moltissime cose in questi silenzi. Vorremmo vivere tutta la vita la sensazione di essere al sicuro con i nostri genitori, ma poi si cresce. Sono fiero di mio padre. Si è dimesso perché non voleva partecipare alla produzioni di armi, una scelta etica potentissima; io spero sempre di poter seguire il suo esempio”. 

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