Futuro in bilico alle ex Ogr di Foligno, sindacati pronti allo sciopero - Tuttoggi.info

Futuro in bilico alle ex Ogr di Foligno, sindacati pronti allo sciopero

Redazione

Futuro in bilico alle ex Ogr di Foligno, sindacati pronti allo sciopero

I sindacati "L’agitazione dei lavoratori, la cui produttività è tra le più alte d’Italia è volta a chiedere segnali chiari e risposte da parte di Trenitalia
Ven, 12/04/2019 - 15:10

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Il futuro delle Omcl (ex Ogr) di Foligno, storico presidio industriale ed occupazionale di fondamentale importanza, non solo per la città, ma per l’intera Umbria, è fortemente a rischio.

A denunciarlo in una conferenza stampa tenuta davanti ai cancelli dello stabilimento sono i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti dell’Umbria, insieme alla Rsu dello stabilimento, che hanno anche avviato le procedure di raffreddamento, propedeutiche alla possibile proclamazione di uno sciopero.

“L’agitazione dei lavoratori, la cui produttività è tra le più alte d’Italia  – spiegano Ivano Bruschi (Filt), Fabio Ciancabilla (Fit) e Sergio Lombardi (Uiltrasporti) – è volta a chiedere segnali chiari e risposte da parte di Trenitalia, perché senza investimenti adeguati per ammodernare la struttura c’è il rischio concreto che nel giro di pochi anni le Officine non abbiano più ragion d’essere”.

Infatti, sottolineano i sindacati, le Omcl attualmente non sono in grado di effettuare la manutenzione dei nuovi materiali rotabili, i treni monoblocco, che stanno rapidamente sostituendo i vecchi locomotori (soprattutto nel trasporto regionale). Quindi, quando questi ultimi saranno definitivamente fuori mercato lo stabilimento di Foligno si troverà impossibilitato ad operare.

Ma c’è di più: i sindacati denunciano infatti la continua emorragia di personale che ha portato le ex Ogr a passare dai circa 1600 addetti alla produzione di 20 anni fa agli attuali 300 scarsi: “È come se avessero chiuso due grandi aziende sul territorio – sottolineano i segretari di Filt, Fit e Uiltrasporti – Anche qui è evidente la necessità di un’inversione di tendenza, bisogna tornare ad assumere per dare futuro all’impianto”. Infine, c’è la delicata questione degli appalti interni allo stabilimento, che occupano circa 40 persone: “Temiamo che come spesso accade – concludono Bruschi, Ciancabilla e Lombardi – possano essere questi lavoratori a pagare le conseguenze di una politica sbagliata, tutta incentrata sul contenimento dei costi. Se non arriveranno segnali chiari in tempi rapidi la mobilitazione sarà inevitabile”.

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