Spoleto

Il futuro dell’agroalimentare passa per Scheggino grazie a Innofooday | Foto

Un nuovo modo per promuovere la filiera agroalimentare, puntando sull’export, ma anche la gentilezza, come suggerito dal patron di Eataly Oscar Farinetti: è lo spunto che è arrivato da Innofooday, il convegno organizzato nella sala polivalente di Scheggino dalla  Sezione agroalimentare di Confindustria Umbria e dal cluster tecnologico Umbria Agrifood-Cl@ud (con il sostegno del Gruppo Cariparma Crédit Agricole e con il patrocinio del Comune di Scheggino). Un incontro cui hanno partecipato imprenditori, esperti del settore e rappresentanti istituzionali in cui si sono intrecciati molti temi importanti (innovazione, comunicazione, formazione, credito, ricerca) per lo sviluppo di un settore radicato e centrale per il futuro economico dell’Umbria e dell’Italia.

Nuovo cluster –  “L’agrifood – ha sottolineato Ernesto Cesaretti, presidente di Confindustria Umbria – è un settore trainante per la nostra industria, ed una parte molto significativa della tradizione industriale è legata a questo comparto. Ma ad esso noi guardiamo non solo con gli occhi del ricordo e con lo sguardo volto al passato, ma con la volontà di dare continuità a questa grande storia, adottando le strategie imprenditoriali più coerenti con i tempi attuali. Anche per questo Confindustria Umbria insieme ai colleghi imprenditori del settore e con la forte spinta di Giammarco Urbani ha promosso la costituzione alla fine del 2015 del Cluster Tecnologico Umbria Agrifood-Cl@ud”. Cl@ud è l’aggregazione tra imprese che ha come obiettivo quello di incrementare la competitività della filiera agroalimentare umbra attraverso l’impulso all’innovazione, l’accesso e la valorizzazione dei risultati delle attività di ricerca scientifica e tecnologica, la collaborazione tra enti di ricerca, imprese, istituzioni ed amministrazione pubblica. Il cluster guidato dal presidente Giammarco Urbani (Urbani Tartufi) e dai vice presidenti Cristiano Ludovici (Prosciuttificio Valtiberino) e Valentina Sabatini (Costa d’Oro). “Il Cluster – ha sottolineato Giammarco Urbani – è nato proprio per includere e dare spazio a tutte le componenti della filiera: dalla produzione agricola, alla trasformazione, ai settori industriali correlati (confezionamento, logistica, etc.) fino alla distribuzione e al consumo. L’approccio di Cl@ud è collaborativo ed inclusivo con l’intento di dare una concreta risposta alla necessità di “fare sistema”, dedicando lavoro e risorse per sincronizzare gli obiettivi dei soggetti che faranno parte dell’associazione, con lo scopo di generare vantaggio competitivo, collegando l’efficienza operativa delle grandi aziende con l’agilità e la flessibilità delle pmi.”

Farinetti mattatore – Tanti gli ospiti che hanno animato il dibattito a partire dal fondatore di Eataly Oscar Farinetti definito da Giammarco Urbani “colui che rappresenta il genio italiano nel mondo, un uomo che ha il dono di lasciare qualcosa a chi ha la fortuna di ascoltarlo”. “Nascere in una regione straordinaria come l’Umbria – ha detto Farinetti, che ha evidenziato la carenza di infrastrutture esistente nella regione –  è un dono del quale possiamo sdebitarci andando nel resto del mondo a celebrare la sua biodiversità, le sue tradizioni, facendo conoscere i prodotti e creando pil, muovendo così anche il motore del mercato interno. Una azienda italiana deve esportare almeno l’80 per cento della sua produzione. In questo modo noi possiamo in cinque anni innescare un processo virtuoso raddoppiando il numero delle esportazioni, il numero dei turisti che vengono in Italia e far conoscere loro le enormi ricchezze della nostra provincia”.

Le sfide del Psr – Al workshop erano presenti inoltre Franco Moriconi, rettore dell’Università di Perugia, Catiuscia Marini, presidente della Regione, Tiziana Primori, amministratore delegato Eatlay che ha presentato il progetto Fabbrica italiana contadina (Fico) di Eataly di cui farà parte anche la Urbani Tartufi, Marco Caprai, presidente Confagricoltura Umbria, Daniele Rossi, coordinatore europeo piattaforme Food for Life, Benedetto Santacroce, docente diritto doganale e fiscalità del commercio internazionale, Massimo lannetta di Enea, Enrico Maria Vadori di Cariparma Crédit Agricole. La presidente Marini ha puntato l’attenzione sui fondi del Psr, da cui partire per creare attrattività in Umbria, ricerca e nuove imprese nell’agroalimentare. “In questi anni – ha sottolineato – abbiamo costruito, insieme, gli strumenti necessari a creare gli scenari ideali per consentire alle imprese, anche del settore agroalimentare, di fare innovazione ed essere così più efficienti e competitive. Tant’è che il ‘cuore’ della nostra nuova programmazione comunitaria e delle politiche pubbliche che mettiamo in campo sono proprio le azioni e le misure che favoriscono innovazione e ricerca. Nello specifico del settore agroalimentare, con il nuovo Piano di sviluppo rurale, abbiamo deciso di incentivare al massimo tutte quelle aziende che operano in agricoltura e nel comparto alimentare. Ciò anche perché l’innovazione in questi ambiti è di grande rilevanza ed essa deve saper incidere per elevare la qualità delle produzioni, partendo dalle mitologie di coltivazione e degli allevamenti, considerando altresì l’importanza del rapporto tra benessere animale e la salute umana, oltre che alle caratteristiche di qualità dei prodotti alimentari. Ma l’innovazione deve riguardare anche le tecnologie al servizio dell’attività agricola, la filiera della trasformazione e quindi del controllo di qualità degli alimenti, nel rispetto, ed anzi valorizzando la biodiversità”.

Il sottosegretario Castiglione – A chiudere il workshop Innofooday, dopo numerosi interventi tecnici, è stato il sottosegretario del ministero Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Giuseppe Castiglione che ha parlato di un confronto molto utile, ricordando anche lui l’importanza della programmazione comunitaria per i prossimi 6 anni, da sfruttare meglio rispetto a quanto fatto in passato, con un confronto tra Governo e Regioni. “Stiamo lavorando – ha concluso Castiglioni – sui temi della promozione, dell’internazionalizzazione e della ricerca, temi fondamentali che stiamo affrontando per definire gli strumenti più adatti. Stiamo per partire con la programmazione insieme alle Regioni. Ci troviamo ad attraversare un momento importante in cui possiamo dare segnale forte all’economia dell’Umbria e del nostro paese”. Al termine del convegno i numerosi presenti (c’erano imprenditori da tutta l’Umbria e non solo, politici, militari), dopo una visita al museo del tartufo “Urbani” si sono poi intrattenuti in un aperitivo negli splendidi spazi della famiglia Urbani.