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Fusione Casse di Risparmio, la Fabi Umbria chiede più coinvolgimento del sindacato e di “non avere notizie solo dai giornali”

La Segreteria Regionale del sindacato F.A.B.I. dell’Umbria torna a far sentire la propria voce, dopo le recenti notizie circa l’incontro avuto tra i presidenti delle Fondazioni delle 4 Casse di Risparmio Umbre controllate da Intesa-Sanpaolo e il CEO Corrado Passera.
“Continuiamo a esprimere la nostra perplessità- recita una nota della Segreteria regionale- per la modalità comunicativa, scelta dalle parti, di eventi di rilevante natura, contrattuale e civilistica, quali sono le ripercussioni di 4 fusioni societarie e di creazione di una nuova entità, affidata finora esclusivamente ad articoli di giornali, in mancanza del benché minimo tratto di ufficialità. La riservatezza, necessaria in fasi delicate di una trattativa come quella in atto, non deve, a nostro giudizio,rischiare di essere intesa come reticenza, che potrebbe inficiare la stessa validità dei risultati che si vorrebbero raggiungere.

Leggiamo, sempre che qualcuno non voglia smentire, quanto riportato dalla stampa, che “il CEO Corrado Passera in poco più di un’ora, ha convinto i soci di minoranza umbri sulla bontà del progetto”.
Che su un progetto di smantellamento di 4 Casse di Risparmio e di creazione di una nuova entità, fino a ieri foriero di timori e incertezze, “si riesca a fare chiarezza con piena soddisfazione di tutti gli interlocutori, in poco più di un’ora”, fa onore alle doti comunicative ed oratorie del Dott Passera, ma sinceramente ci lascia qualche dubbio circa i motivi delle “piene soddisfazioni”.
Le Fondazioni in questa vicenda hanno un ruolo delicatissimo di ammortizzatore e di mediazione tra le esigenze aziendali di massimizzazione delle sinergie operative e i bisogni dei territori, su cui le Banche operano. Saremmo lieti, che in virtù di questa fondamentale “mission” che le leggi mettono in capo alle
Fondazioni, i motivi di soddisfazione dei loro vertici fossero legati al raggiungimento di un equilibrato mix tra queste due esigenze, spesso purtroppo diametralmente contrapposte.

Gradiremmo molto che, accanto ad un obbligo contrattuale della Banca, in un gesto di delicatezza istituzionale, le Fondazioni non si dimenticassero anche di chi lavora quotidianamente nelle Casse e che, con la propria opera, ha contribuito ad alimentare il flusso di risorse che ha permesso, alle stesse Fondazioni, di svolgere le loro politiche di sostegno al territorio. Sarebbe augurabile che, tra le materie oggetto di trattativa, si desse la giusta importanza a temi quali: la tutela e la giusta valorizzazione delle professionalità in loco, i livelli occupazionali, una mobilità sostenibile, l’effettività delle autonomie decisionali, specie su elementi fondamentali quali il sostegno all’economia regionale e delle aree di riferimento.
In virtù di questi nostri auspici chiediamo, ove ritenuto opportuno, che le Fondazioni possano al più presto aprire un canale comunicativo con tutte le Organizzazioni Sindacali, interessate come loro ad una positiva ed equa conclusione di questa vicenda.”