Come se non fossero bastate le polemiche sui rapporti con i fotografi; quelle legate al rinvio della Giostra e quindi alla mancata diretta; il nodo sicurezza al Campo legato all’episodio della lattina di birra lanciata in pista verso il cavaliere del Croce Bianca, Daniele Scarponi; contro Palazzo Candiotti si sono accaniti anche i ladri.
Mentre tutti erano a seguire la Rivincita in notturna, qualcuno è entrato nella sede dell’Ente Giostra, introducendosi dalla grande porta a vetri lungo il corridoi che si affaccia sul cortile interno. Da lì, hanno aperto anche un portincino interno in legno raggiungendo le sale della segreteria.
La scoperta dell’episodio è stata fatta al rientro da parte degli stessi responsabili dei vertici quintanari, subito intervenuti gli agenti del commissariato di Polizia di Foligno che hanno provveduto a svolgere i primi rilievi del caso, raccogliendo alcune dichiarazioni.
Chi ha agito ha dimostrato di conoscere molto bene Palazzo Candiotti, andando diretto verso la piccola cassaforte a muro ricavata tra una stanza ad uso segreteria e l’ufficio di rappresentanza del presidente Domenico Metelli. Cassaforte perfettamente ‘mimetizzata’ con gli affreschi del salone e quasi sempre occultata alla vista dalla porta che collega i due ambienti.
Chi ha compiuto il furto sapeva anche bene che in quel momento nessuno sarebbe stato presente a Palazzo Candiotti, tanto da agire indisturbato: basti pensare che la piccola cassaforte è stata aperta con un frullino, collegato ad una prolunga appositamente piazzata e che sicuramente avrà produtto un discreto rumore.
Il bottino comprende il rolex del presidente Metelli, altri orologi, qualche centinaio di euro in contante, alcuni assegni e persino i ‘Quattrini’ utilizzati per la Fiera dei Soprastanti. Sparita persino la targa che la Presidente della Camera dei Deputati, Laura Bolbrini, aveva inviato come riconoscimento al cavaliere vincitore. Forse chi ha colpito sperava di trova l’incasso della giostra.
In pochissimi conosceva l’esistenza della cassaforte, e sono state anche strategicamente danneggiate alcune telecamere del circuito di vigilanza interno.