Lo ricorderemo come quel lunedì in cui si è detto che il Comune ha pensato di vendere il Minimetrò. In consiglio comunale, il 20 novembre, è piombato un inverno freddo. Tutto a causa di una relazione firmata dalla Corte dei Conti in cui si parla di una grave situazione di bilancio del Comune di Perugia. Uno squilibrio di cassa di circa 35 milioni di euro per cui servono misure straordinarie per rientrare dal deficit. Soluzioni che devono essere messe nero su bianco e riferite alla magistratura contabile in poco tempo. Precisamente 60 giorni.
Sì, un buco di bilancio di cui, come ammesso dal primo cittadino, nei corridoi di Palazzo girava già voce. Uno squilibrio di cassa lasciato anche dalle giunta di centrosinistra e che Romizi si è ritrovato sulle spalle. Una grave situazione finanziaria dell’Ente, come definita dalla magistratura contabile con a capo il presidente Fulvio Maria Longavita, che ha rilevato sei fattori da accertare. Il Comune dovrà trasmettere entro 60 giorni le misure finali correttive.
Misure straordinarie, dicevamo, “per generare flussi di cassa, azzerando l’anticipazione di tesoreria, e ricorrere a misure e politiche di bilancio strutturali, normalizzando le esigenze di continuità”. Qualcosa darà effetti immediati, altro invece si vedrà poi. Ma tra le possibilità prese in considerazione dal Comune ci sarebbe quella di vendere le azioni del Minimetrò (il 70%). Cosa che porterebbe nelle casse di palazzo dei Priori circa 4 milioni di euro realizzabile entro 6-8 mesi e, soprattutto, minori corrispettivi che farebbe risparmiare dal 2019 un altro milione ogni anno. Questo significa che con la vendita delle quote, il Comune perderebbe il controllo dell’infrastruttura e che la gestione passerebbe di mano ad altri. Il rischio è quello di vanificare le politiche in fatto di mobilità e infrastrutture attuate a Perugia negli ultimi 15 anni di anni.
E ancora: la vendita di alcuni beni immobili di proprietà del Comune, fabbricati e terreni non più funzionali, che potrebbero fruttare 10 milioni di euro. Previsioni sui proventi queste, secondo la magistratura contabile, un po’ azzardate visto il contesto socio-economico attuale, impresa tutt’altro che facile e priva di rischi. Ma le 30 pagine della Corte dei Conti raccontano anche della possibilità di trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà sui terreni nei quali sono stato realizzati immobili di edilizia residenziale pubblica” e che si quantificherebbero in circa 2 milioni realizzabile entro 12 mesi.
Sulla volontà di normalizzare la tassa sui rifiuti, il Comune si era già espresso durante il consiglio comunale. Ma nel programma importante, come definito dalla Corte dei Conti, tra le misure strutturali di bilancio spuntano fuori le ipotesi di un ulteriore taglio delle spese correnti, “determinate dalle operazioni di spending review e dagli effetti sui bilanci futuri delle misure attivate, saranno utilizzate per garantire l’equilibrio di bilancio di parte corrente riducendo il ricorso alle entrate straordinarie”, “rimodulazione delle quote associative per la partecipazione ad organismi di varia natura (è il caso delle associazioni e fondazioni), “maggiori entrate e definizione di minori spese per la gestione del servizio di mobilità alternativa”, “co-finanziamento delle spese di investimento con apporto di beni immobili” e “riorganizzazione degli uffici con minori spese per il personale”.