A fuoco il canneto della Palude di Colfiorito, Pepponi: "Danno incalcolabile"

A fuoco il canneto della Palude di Colfiorito, Pepponi: “Danno incalcolabile”

Redazione

A fuoco il canneto della Palude di Colfiorito, Pepponi: “Danno incalcolabile”

Mar, 26/04/2022 - 11:56

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Il coordinatore regionale Lipu fa il punto sui danni

Sabato scorso è andato a fuoco il canneto della Palude di Colfiorito, mandando perduta una significativa porzione dell’area SIC e ZPS.La porzione interessata, circa 1,5 ettari tra canneto e prati umidi persi, è particolarmente ricca di biodiversità.

I danni sono incalcolabili – dice Alfiero Pepponi, coordinatore regionale Lipu – Duramente colpita l’avifauna in questo delicatissimo periodo delle nidificazioni in un’area particolarmente utilizzata dagli ardeidi e dai passeriformi, oltre che da rettili, anfibi e insetti. Un incendio doloso è sempre da condannare, ma quando questo avviene in una riserva naturale, lo si deve considerare un attentato non solo alla natura, ma anche alla vita stessa. Questi criminali devono pagare perché non sono degni di stare in una comunità che faticosamente sta costruendo il proprio futuro. Quello che ora dobbiamo fare è riprenderci dallo shock, risollevarci e rimboccarci le maniche affinché non ci distruggano l’intero nostro patrimonio

La fase della conta dei danni

Terribile la fase della conta dei danni e delle cause di un incendio che, a tutti effetti, sembra doloso. “C’è anche chi ricorda che alla Palude di Colfiorito, la bruciatura dei canneto, era una pratica tradizionale per facilitare la caccia alle anatre, ma i piromani in vena di nostalgia l’hanno messa in atto nel periodo sbagliato (quello della nidificazione) e in barba alle leggi europee, nazionali e regionali che da anni l’hanno vietata.Dimenticando, in tutto questo, il criminale disegno ordito dai piromani, che hanno colpito ancora con grande lucidità: hanno aspettato una giornata ventosa per appiccare forse più focolai in un punto strategico e tranquillo dell’area protetta aspettando il tardo pomeriggio nella speranza che nessuno potesse accorgersi dell’incendio se non quando le fiamme avessero già raggiunto la maggior parte del canneto.La matrice dolosa, purtroppo, è evidente e accomuna buona parte degli incendi che ogni anno divampano sul suolo italiano“.

Decenni prima del ritorno alla normalità

Ci si chiede poi sui tempi in cui il quadro tornerà come prima: “Ci vorranno decenni per osservare di nuovo un paesaggio vegetale simile a quello pre-incendio, con tutta probabilità meno “ricco” di biodiversità con la possibilità che specie particolarmente protette ed a rischio come il Tarabuso, che da quando sono iniziati gli incendi non nidifica più nella Palude di Colfiorito, ed il Basettino che ad oggi in Umbria nidifica solo nella Palude di Colfiorito si perdano per sempre.È importante, quindi, che laddove ci si trovi davanti una tale devastazione, serve investire in progetti di riqualificazione e di ripristino ambientale. Senza questi interventi ci troveremo a perdere pezzi del nostro territorio, della nostra biodiversità. Inermi.Ricordate che la tutela ambientale non è un lusso. Non è una voce da mettere o no in agenda, a seconda delle proprie inclinazioni politiche. È una delle necessità fondamentali, un bene comune inestimabile da tutelare“.

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